Politica

Referendum: chiariamoci le idee

Giuseppe Cantatore
Giuseppe Cantatore
Tutti i chiarimenti per votare consapevolmente al referendum. Confronto fra le ragioni del si, del no e dell'astensione. E tutti gli approfondimenti sulla legge, sui quesiti, con interventi di chi appoggia le varie posizioni.
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Ci troviamo dinanzi ad uno di quei temi che più trasversali non si può. E’ vero che esistono ben definiti blocchi di opinione schierati per l’uno o per l’altro fronte, ma è altrettanto vero che questioni di coscienza come quelle poste nel referendum del 12 e 13 giugno danno vita ad eccellenti voci fuori dal coro. Allora accade che la sinistra fa sapere di voler votare SI, ma il giorno dopo Rutelli si schiera nettamente per il NO, oppure che la destra inviti al non voto, mentre Fini annuncia il suo SI.

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Anche in quello che molti considerano un monolite, ossia il mondo cattolico, esistono persone che andranno a votare SI senza correre il rischio di venire inceneriti seduta stante, così come il mondo scientifico che invoca l’abrogazione della legge 40 vede molti suoi esponenti non solo annunciare l’astensione, ma addirittura schierarsi attivamente per questo.Cerchiamo di capire quesito per quesito quali sono le argomentazioni che ciascuno dei due schieramenti pone a sostegno delle proprie tesi. Vi ricordo che A FONDO PAGINA CI SONO DEI LINK PER ACCEDERE AGLI APPROFONDIMENTI.

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Il primo quesito è un punto molto dibattuto da genetisti e ricercatori perché riguarda proprio la ricerca sulle cellule staminali. Chi è schierato per il SI afferma che la ricerca sulle cellule staminali embrionali va consentita perché da quelle cellule si possono scoprire rimedi per molte malattie. Il fronte dell’astensione replica che la ricerca sulle cellule staminali embrionali non da alcuna garanzia e che è eticamente scorretto uccidere degli embrioni che sono vita in funzione di una ricerca potenziale che ad oggi non è dimostrabile e verificabile. La strada alternativa alle staminali embrionali, secondo l’astensione, è la strada battuta sino ad oggi, ossia quella della ricerca sulle cellule staminali adulte, che in molti anni di studio hanno offerto rimedi contro decine di gravi malattie.

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Se vincerà il SI, saranno abrogati gli articoli che pongono limiti alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni e verrà consentita la clonazione delle cellule staminali a scopo terapeutico; se invece sarà il NO a prevalere oppure se non sarà raggiunto il quorum, resterà vietata qualsiasi sperimentazione sull’embrione umano, anche su quelli già congelati e rimasti nelle banche dei centri di fecondazione.

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Nel secondo quesito, relativo alla tutela della salute della donna, il fronte del SI ritiene vada abrogata quella parte della legge che limita a tre il numero degli embrioni che possono essere impiantati nella donna. La motivazione, secondo il SI, sta nel fatto che il numero degli embrioni da impiantare andrebbe stabilito in relazione all’età ed alla salute della paziente, poiché, ad esempio, in una donna un po’ più avanti negli anni, tre embrioni potrebbero non dare alcun frutto. E con l’attuale legge, aggiunge il SI, se i tre embrioni non danno frutto e se si vorrà fare un altro tentativo, la donna dovrà essere sottoposta ad un nuovo bombardamento ormonale per un nuovo impianto.

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Il fronte dell’astensione ribatte punto su punto: gli embrioni da impiantare, che possono ovviamente essere uno o anche due e non obbligatoriamente tre, hanno una percentuale di successo abbastanza elevata, ma con l’impianto di embrioni in numero superiore a tre la percentuale di successo scende di diversi punti, soprattutto nel caso di embrioni congelati. Relativamente a nuovi bombardamenti ormonali sulla donna in caso di mancato successo dell’impianto, chi non vuole abrogare la legge 40 afferma che il congelamento degli ovociti previsto nella stessa legge rende assolutamente inutili ulteriori trattamenti ormonali, tutelando al massimo la salute della donna.

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Se vincerà il SI, saranno rimossi il limite di impiantare solo tre embrioni ed eliminato l’obbligo di trasferimento, con un unico e contemporaneo impianto, nell’utero senza previo accertamento medico sulla sanità dell’embrione; se invece sarà il NO a prevalere oppure se non sarà raggiunto il quorum, resterà fermo il divieto di creare più di tre embrioni da impiantare contemporaneamente ed inoltre rimarrà vietato l’aborto per ridurre le gravidanze plurime.

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Il terzo quesito pone una domanda relativa ai diritti del concepito: l’embrione è qualcuno o qualcosa? Quando inizia la vita? Entrambi gli schieramenti sembrano essere d’accordo con il fatto che la vita inizia con il concepimento, ma se l’embrione è qualcuno, sostiene chi non andrà a votare, deve godere degli stessi diritti di cui gode una persona già nata. Al contrario, chi voterà SI, sostiene la differenza di diritti di cui può godere l’embrione rispetto a chi è già in vita. Se vincerà il SI, i diritti dell’embrione non saranno più considerati equivalenti a quelli di una persona vivente; se invece sarà il NO a prevalere oppure se non sarà raggiunto il quorum, rimarrà in vigore l’articolo 1 della legge 40 che equipara i diritti dell’embrione a quelli di una persona vivente.

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L’ultimo quesito è quello che ha in sé meno degli altri il tratto della scienza ed è quello su cui sembra che l’elettorato abbia meno certezze. Sono infatti molte le persone che hanno annunciato il loro sostegno al SI ma che voteranno NO a quest’ultimo punto. Il quesito pone una domanda sulla fecondazione eterologa: il SI chiede di rendere possibile la fecondazione eterologa, impiantando sulla donna embrioni proveniente da individui esterni alla coppia. Lo schieramento degli astensionisti è invece del parere che la fecondazione eterologa vada vietata, come accade attualmente, in virtù di un embrione che una volta venuto alla luce, non sarà in grado di sapere chi siano in realtà i propri genitori naturali. Dal punto di vista scientifico, chi non andrà a votare afferma anche che non sapere chi sono i genitori naturali di un individuo limita anche la tracciabilità di eventuali malattie genetiche presenti nella famiglia naturale dell’individuo.

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Se vincerà il SI, sarà consentito fare ricorso alla donazione esterna per risolvere problemi di sterilità: si potranno utilizzare ovuli o seme di persone estranee alla coppia; se invece sarà il NO a prevalere oppure se non sarà raggiunto il quorum, continuerà ad essere vietato l’utilizzo per la fecondazione ovuli o seme forniti da persone estranee alla coppia.

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ACCEDI A TUTTI GLI APPROFONDIMENTI

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1. Il testo della legge 40/2004

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2. I quattro quesiti referendari

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3: Tutti i modi per dirlo: glossario dei principali termini relativi alla procreazione 
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rn4. Io voto sì – di Claudia Casalino, coordinatrice Comitato per il Sì

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5. Io non voto – di Corrado De Benedittis, responsabile Caritas Cittadina

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6. Una posizione intermedia – di Francesco Stolfa, giuslavorista

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giovedì 9 Giugno 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 17:05)

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