Cronaca

Aiutaci a ritrovare Lea Torelli: firma la petizione on line!

Marzia Ferrante
Una nostra iniziativa per chiedere alle autorità di non dimenticare Lea Torelli, la bambina scomparsa in Thailandia durante il maremonto. Perchè ci sono possiblità concrete che sia ancora viva.
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Lea Dina Torelli ha solo tredici anni e un tragico destino ha voluto che fosse anche lei con la sua famiglia, quel 26 dicembre, lì dove si è verificato un cataclisma senza precedenti. Sua madre Keiko e sua zia Grazia sono morte, non riuscendo a scampare all’impeto disastroso dello tsunami. Suo padre Aldo Torelli e suo fratello Luca si sono salvati miracolosamente. Ma ora sappiamo che anche la piccola Lea potrebbe essere viva (vedi http://www.coratolive.it/News/News.asp?RelatedID=244), dispersa chissà dove a migliaia di chilometri da qui. Non si tratta solo di una speranza, non è solo l’ostinazione di un padre che non si rassegna all’idea della morte di sua figlia, ad alimentare la fiducia. Ma ci sono tanti elementi, tanti dati di fatto che porterebbero a credere nella sua salvezza. Ed è per questo che dobbiamo dare alla famiglia Torelli tutto il nostro aiuto possibile, aiuto che chiediamo anche a tutti voi.  
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Ma prima di vedere come, vediamo quali elementi farebbero supporre che Lea sia ancora viva. Si tratta di tracce e segnalazioni che sono state raccolte solo grazie alla costanza di Aldo Torelli, che in questi sei mesi. non ha mai smesso di cercare sua figlia, il cui corpo non è stato mai trovato.

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La ricerca:

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Dopo la tragedia, dopo giorni di infaticabili ed estenuanti ricerche vagando tra i corpi martoriati e devastati dall’impeto delle acque, Aldo e suo figlio Luca, miracolosamente salvi, sono dovuti ritornare a casa, in Giappone, dove Aldo aveva sposato Keiko e viveva da circa 20 anni. Di Keiko, Grazia e Lea non c’erano tracce, ma ormai non c’erano più speranze di ritrovare persone in vita e le autorità thailandesi avevano consigliato a tutti i famigliari dei dispersi di tornare a casa. Aldo è però ritornato più volte in Thailandia, prima per continuare a cercare, poi purtroppo per identificare i cadaveri di sua moglie e sua sorella. E se per le due donne della sua famiglia si è messo “l’anima in pace”, non si può dire lo stesso per la piccola Lea. Della bambina, fino ad aprile, non si avevano notizie, nonostante tutte le autorità internazionali, che si stavano (e si stanno tuttora) adoperando per le ricerche nei paesi devastati dallo tsunami, avessero a disposizione i dati per identificarla (oltre alla descrizione fisica, anche Dna, impronte dentarie, impronte digitali). Si cercava anche tra i bambini classificati come giapponesi, dato che i tratti fisionomici di Lea sono  prevalentemente orientali, ma ad aprile tutti i corpi dei cittadini giapponesi erano stati già identificati.  

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Le prime testimonianze:

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Aldo ha continuato, senza darsi per vinto, a ritornare in quelle terre della morte, a chiedere, a mostrare le foto di sua figlia spostandosi da un ospedale all’altro, da un campo all’altro, entrando a contatto con ambienti e realtà indescrivibili . Finché non è venuto fuori qualcosa, proprio lo scorso aprile. In un campo di profughi che raccoglie i superstiti thailandesi, quello di Bang Muang, qualcuno infatti riconosce nella foto di Lea una bambina che era stata ospite di quel campo almeno fino a metà febbraio, forse scambiata per una thailandese. E le persone che la ricordavano hanno anche descritto degli atteggiamenti, dei modi di comportarsi, delle paure che questa bambina manifestava e che Aldo ha riconosciuto come tipiche di sua figlia. Bisogna anche ricordare che Lea è affetta da una, seppur lieve, forma di autismo e quindi si potrebbe pensare che nella situazione in cui si è venuta a trovare, in mezzo a persone che non conosceva, con attorno tanta devastazione e morte, sia rimasta evidentemente scossa e turbata e incapace quindi di comunicare.

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Queste testimonianze, riferite da più persone e concentrate in un solo campo profughi tra i tanti in cui Aldo Torelli era andato e aveva cercato, hanno acceso uno spiraglio di speranza in tutta la famiglia Torelli. Per questo Aldo che fino ad allora si era mosso sa solo, aiutato solo da una coppia di amici, ha deciso di rivolgersi alle autorità per avere aiuto nelle ricerche. Perché se quella bambina era realmente Lea, dov’è finita adesso? Purtroppo sono cominciate a sorgere tante paure, perché sono stati già segnalati casi di bambini che si erano salvati ma poi sono spariti, che potrebbero essere finiti nelle mani dei “trafficanti di esseri umani”. Infatti è molto elevato il rischio che nell’attuale situazione di caos generalizzato e di grave emergenza umanitaria i minori possano cadere vittima della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, lavorativo, di estorsione o di adozione internazionale

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I primi aiuti:

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Le autorità Italiane, giapponesi e tailandesi, che fino ad allora non avevano dato un aiuto concreto in quanto richiedevano prove e testimonianze certe, hanno cominciato a mostrare interesse, soprattutto dopo che due agenti della Scothland Yard, con cui Aldo è entrato in contatto grazie ad un colonnello Thailandese a capo della DVI (Disaster Victim Identification), dopo le prime verifiche hanno dato credito all’ipotesi che Lea Torelli sia ancora viva. Adesso anche l’ambasciata italiana in Thailandia si è impegnata a fare costantemente pressione sul governo e sulla polizia locale, affinché si muova una vera e propria task force e si effettuino delle ricerche approfondite a 360°. 

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Qualcosa in più allora si sta movendo. Ma non solo in Thailandia, dove nei giorni scorsi la televisione ha anche diffuso la foto e un profilo di Lea, ma anche in Italia. La scorsa settimana la famiglia Torelli ha deciso di rivolgersi a “Chi l’ha visto”, come ulteriore mezzo per rintracciare la bambina. Mercoledì scorso la trasmissione è riuscita solo a raccontare brevemente la storia di Lea e a mostrare la consueta scheda identificativa. Ma lunedì sera “Chi l’ha visto” ritornerà sulla vicenda, dedicandole ampio spazio. Inoltre si sta anche cercando di realizzare una versione del programma direttamente in Thailandia.  

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Il contributo del Sindaco di Corato:

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E Corato cosa può fare per aiutare una famiglia che sentiamo comunque vicina, perché Aldo è nato qui, come la sua defunta sorella Grazia? E poi ci sono tanti parenti qui a Corato, come Rosalba, l’altra sorella di Aldo, anche lei che sta lottando e si sta mobilitando perché si possa ritrovare sua nipote. Proprio Rosalba ha incontrato ieri il sindaco Luigi Perrone per chiedere in qualche modo sostegno per le ricerche, il quale ha mostrato grande sensibilità e si è messo a disposizione, contattando anche l’On. Gabriella Carlucci che a sua volta si è impegnata a fare pressione al Ministero degli Esteri. In un comunicato stampa lo stesso sindaco ha oggi ribadito il suo impegno nel sollecitare l’On Carlucci ad intraprendere ogni iniziativa utile, anche presso il Governo e la Polizia thailandesi, per tentare di trovare ancora viva la bambina. «Provvederò inoltre – ha affermato il sindaco –  a mettere in contatto la famiglia con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed in particolare con il Sottosegretario on. Gianni Letta, perché vengano messe nuovamente in moto le ricerche, venendo incontro alle giuste richieste di una famiglia in trepida attesa».

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Il nostro contributo:

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E veniamo a noi. Cosa possiamo fare noi cittadini, nel nostro piccolo, per contribuire in qualche modo al ritrovamento di Lea Dina Torelli? In questi casi penso che il ruolo dei mezzi di comunicazione sia importante. Infatti, e direi purtroppo, nella nostra società molte volte il silenzio dei media contribuisce a far cadere nel dimenticatoio un fatto, una persona, una vicenda: se non se ne parla, è come se non esistesse. Invece più si dà risalto ad una cosa, più la gente in generale se ne interessa e più si possono ottenere dei risultati. Perché se la gente si mobilita, in qualche modo anche le autorità si sentono coinvolte e stimolate a interessarsi alla vicenda.

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Ecco allora quale può essere il nostro contributo. Noi non vogliamo che la storia di Lea e della sua famiglia resti solo un fatto che fa notizia, che ci è servita a riempire la cronaca del nostro sito uno o due giorni. Noi vogliamo realmente che il nostro spazio dia un contributo concreto alle ricerche e che serva da pungolo continuo nei confronti di chi abbia il potere e l’autorità per mobilitare tutte i corpi internazionali specializzati e preposti alle indagini. Per questo Coratolive.it si fa portavoce di una petizione on line, attraverso cui tutti i nostri lettori possono firmare una email da inviare al Presidente della Repubblica per chiedere di continuare a cercare Lea Dina Torelli, per far sentire che ci sono tante persone che vogliono avere notizie e che sono vicine alla famiglia della bambina. Email che continueremo a mandare ogni giorno, col vostro aiuto, perché il governo non si dimentichi di noi e soprattutto della piccola Lea. Uno spazio che sarà presente sul nostro sito finchè non ci saranno risultati concreti.

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Il testo dell’email:

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Invia questa e-mail a : presidenza.repubblica@quirinale.it, copiando il testo seguente ed inserendo i tuoi dati:

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Signor Presidente,

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Lea Dina Torelli ha solo tredici anni e un tragico destino ha voluto che fosse anche lei con la sua famiglia, quel 26 dicembre, in Thailandia, lì dove si è verificato un cataclisma senza precedenti.

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Sua madre Keiko e sua zia Grazia sono morte, non riuscendo a scampare all’impeto disastroso dello tsunami. Suo padre Aldo Torelli e suo fratello Luca si sono salvati miracolosamente. Ma ora sappiamo che anche la piccola Lea potrebbe essere viva, dispersa chissà dove a migliaia di chilometri da qui, in Thailndia o Birmania.

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Non si tratta solo di una speranza, non è solo l’ostinazione di un padre che non si rassegna all’idea della morte di sua figlia, ad alimentare la fiducia. Ma ci sono tanti elementi, tanti dati di fatto che porterebbero a credere nella sua salvezza.

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Le autorità Italiane, giapponesi e tailandesi, che fino a poco fa non avevano dato un aiuto concreto in quanto richiedevano prove e testimonianze certe, hanno cominciato a mostrare interesse, soprattutto dopo che due agenti della Scothland Yard, con cui Aldo è entrato in contatto grazie ad un colonnello Thailandese a capo della DVI (Disaster Victim Identification), dopo le prime verifiche hanno dato credito all’ipotesi che Lea Torelli possa essere ancora viva. Ma gli sforzi sono ancora minimi.

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A tal proposito io Nome e Cognome Le chiedo, come Capo dello Stato Italiano, di mobilitare immediatamente tutte le autorità competenti affinchè un aiuto concreto venga dato alla famiglia Torelli.

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Nome Cognome
rnIndirizzo Città
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sabato 4 Giugno 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 17:06)

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