Ieri sera l’Agorà dell’Oriani ha avuto la possibilità di ospitare uno dei più grandi esperti ed interpreti della poesia italiana: Michele Mirabella.
È stato Cataldo Tandoi, dall’associazione Terra nostra, dopo i saluti ed i ringraziamenti di rito della preside Angela Adduci, ad introdurre il noto conduttore televisivo. L’emozione, tanta, è stata quella delle grandi occasioni, ed il pubblico, coinvolto e partecipe, anche.
La presentazione dell’audiolibro “Domani a memoria” non ha avuto nulla di convenzionale; lo stesso Mirabella si è lasciato trasportare dai ricordi che lo legano alla nostra città: «voi coratini mi avete sulla coscienza, devo tutto a Cataldo Mastromauro, professore coratino e voce di Radio-Bari, che mi ha ispirato, mi ha insegnato il piacere della lettura e soprattutto a capire il significato di ciò che leggevo».
Durante l’incontro Mirabella non ha esitato a dispensare consigli ai giovani studenti che si sono prestati, in qualità di donatari di voce, ad interpretare sonetti, brani e poesie scelti dal professor Mirabella tra cui: “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” e “Solo e pensoso” di Petrarca, “La cicala e la formica” di La Fontaine, “S’i’ fosse foco” di Cecco Angiolieri, “La fontana malata” di Palazzeschi.
Un incontro atipico dove la cultura e l’ironia di Mirabella si sono rivelate vere protagoniste.
Domani a memoria. Ultima fatica di Michele Mirabella “Domani a memoria” rappresenta un invito, non una minaccia, a riscoprire il piacere di mandare a memoria i testi appartenenti alla poesia italiana. Una selezione di 27 classici valorizzati dalla magnifica voce ed interpretazione di uno dei più grandi conoscitori di poesia in Italia.
Da Giacomo Leopardi a Giovanni Pascoli, da Dante Alighieri a Giosuè Carducci, Domani a memoria è un appassionante viaggio alla riscoperta della lingua italiana e del suo significato.
Michele Mirabella. Originario di Bitonto, Mirabella trascorre la sua infanzia tra Bitonto, Bari e Roma, inseguendo gli spostamenti del padre ufficiale dell’Esercito.
Dopo la maturità classica, conseguita da privatista, si iscrive a giurisprudenza, ma, colpito dalla visione di una “ragazza dalla treccia bionda”, come raccontato in un’intervista, per seguirla, la raggiunge nelle aule della Facoltà di Lettere e filosofia. Ascolta una lezione di letteratura italiana su Machiavelli e rimane affascinato, decidendo quindi di iscriversi a quel corso di laurea e al Centro Universitario Teatrale di Bari, di cui diventerà il regista. Conseguirà poi la laurea in lettere.