Sono inquietanti i particolari della sparatoria avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri in cui ha perso la vita il cinquantenne Nicola Manzi, raggiunto da un colpo di arma lunga da sparo.
Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Trani, in via Nicola Salvi ci sarebbe stata sparatoria alla quale avrebbe partecipato anche la moglie della vittima, in stato di fermo, accusata di tentato omicidio e porto illecito di arma comune da sparo.
Nel corso del confronto armato, è rimasto gravemente ferito anche il fratello della vittima, Michele Manzi, di 41 anni, già sottoposto ad un delicato intervento chirurgico presso un ospedale del capoluogo pugliese.
Immediatamente sul luogo dell’omicidio sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia i Molfetta, poi supportati dal Nucleo Investigativo e dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari. Tempestivamente è intervenuto anche personale del Commissariato P.S. di Corato.
Le indagini sono state immediatamente coordinate sul posto dal magistrato di turno esterno della Procura della Repubblica di Trani, che ha disposto l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza della Polizia Locale e ha identificato e, quindi, iscritto nel registro degli indagati -grazie al supporto della polizia giudiziaria, nella identificazione- i soggetti che avevano preso parte all’episodio delittuoso.
Dalle indagini è emerso che la moglie della vittima, B. M. di 48 anni, dopo aver raccolto la pistola del marito, avrebbe attivamente partecipato alla sparatoria, inseguendo gli autori dell’omicidio nei cui confronti esplodeva alcuni colpi di pistola.
Nel corso della notte, il pubblico ministero ha proceduto a interrogatori e assunzione di sommarie informazioni, assistito dalla polizia giudiziaria dell’Arma dei carabinieri. Al termine delle prime indagini il Pm, oltre ad emettere il decreto di fermo nei confronti del presunti autori dell’omicidio, ha disposto anche il fermo nei confronti della donna.
«Fondamentali – spiegano dalla Procura – per la ricostruzione della dinamica dei fatti sono state le immagini del sistema di videosorveglianza presente sul posto che ha consentito di documentare integralmente la dinamica dei fatti. Di scarsa utilità, invece, gli apporti delle testimonianze e degli interrogatori raccolti dal Pubblico Ministero e dagli investigatori nell’immediatezza».
Nel corso del sopralluogo, svolto dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dell’Arma dei Carabinieri, sono stati repertati numerosi bossoli, di diverso calibro, esplosi dalle armi utilizzate nel corso della sparatoria. Le armi non sono state rinvenute sul posto né nella disponibilità delle persone fermate.
L’accertamento dell’intera dinamica dei fatti, del movente dell’omicidio e dell’eventuale ulteriore coinvolgimento di altre persone proseguirà nelle prossime ore.
Il G.I.P. valuterà la sussistenza dei presupposti del fermo e dell’adozione della misura cautelare personale.
“Di scarsa utilità, invece, gli apporti delle testimonianze e degli interrogatori raccolti dal Pubblico Ministero e dagli investigatori nell’immediatezza”: queste sono le dichiarazioni degli inquirenti sulle quali più bisognerebbe porre attenzione e riflettere. Omertà? Coprirsi l’un l’altro?