La decisione del consiglio comunale

Il Patto è salvo (nonostante i refusi)

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
Consiglio Comunale
Consiglio Comunale- Immagine di Repertorio
Approvato il punto che tiene in vita il Patto territoriale del nord barese ofantino. Ma le carte sono zeppe di errori
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Alla fine il risultato è stato portato a casa. Il prolungamento del termine di sopravvivenza del Patto Territoriale del Nord Barese ofantino, differito al 2025, è stato approvato anche se sono in pochi ad aver capito di cosa si fosse parlato, al termine della discussione sul terzo punto all’ordine del giorno dell’ultima seduta.

Quella sul punto in questione è stata forse la trattazione più difficile per l’amministrazione comunale, più volte richiamata su incongruenze ed errori riportati in delibera; più volte messa alle corde dalle domande dei consiglieri Bovino e D’Introno alle quali, in diverse circostanze, non si è riusciti a dare risposte efficaci o informazioni precise. Diciamolo pure: sul punto in questione l’amministrazione comunale, così come buona parte dell’assemblea, non è arrivata preparata in consiglio comunale.

Il punto è stato approvato a maggioranza con il voto contrario dei consiglieri Anna Malcangi, Bovino Michele e Bovino Vito. Si segnala la mancata partecipazione al voto, dichiarata, del consigliere Gennaro Sciscioli, esponente del gruppo misto.

La relazione è partita da una perentoria dichiarazione dell’assessore Concetta Bucci: «Se oggi non viene modificato lo statuto, il patto va in liquidazione» con conseguente impossibilità di partecipare all’ottenimento di due finanziamenti, l’uno da 10 milioni, l’altro da 4 milioni per non meglio definiti progetti. E il sindaco, nel tentativo di convincere l’assemblea della necessità di far restare in vita il Patto, ha prospettato un ruolo di leadership del Comune di Corato nel sodalizio al quale attualmente aderiscono soltanto 4 comuni, rispetto ai 12 che lo hanno fondato.

Quel che non ha convinto i consiglieri Bovino e D’Introno è lo stato di salute delle casse del Patto. «La situazione è sotto controllo? O rischiamo una seconda situazione SANB?» ha ripetuto più volte Vito Bovino, cercando di capire se l’approvazione del punto non fosse soltanto apparentemente conveniente ma sicura sul piano della sostanza.

Più severo il giudizio della consigliera D’Introno che ha classificato il Patto come «Un carrozzone sommerso dai debiti con costi per il personale abnormi e non proporzionati rispetto all’attività. Ci sono dipendenti che non si sa bene cosa facciano» lanciando un vero e proprio allarme. «Il parere dei tecnici è favorevole ma condizionato al reperimento dei fondi per la ricapitalizzazione. Da dove li andremo a prendere? Sono domande che esigono risposte chiare precise e puntuali senza le quali il consiglio non può decidere. È nostra abitudine tenere in piedi artificiosamente veri e propri cadaveri, come ASIPU insegna. Chiedo di rinviare la trattazione del punto» ha detto la capogruppo del PD.

Secondo il sindaco però «il Patto non ha debiti». Il riferimento ai debiti fatto dai due consiglieri infatti sarebbe stato impostato sul primo refuso individuato nella delibera. Crediti o debiti? Quali e quanti sono i Comuni che hanno scelto di uscire dal Patto? Domande per le quali si è resa necessaria una sospensione per effettuare visure e consultare atti. Nessun consigliere di maggioranza, però, ad eccezione di una brevissima sortita di Salvatore Mascoli, ha eccepito su nulla. Anzi, nel momento in cui è stato richiesto il ritiro del punto, la maggioranza ha deciso: si va avanti.

E non è piaciuto al sindaco il fatto che i consiglieri Bovino e D’Introno avessero parlato di “sciatteria” nella proposizione degli atti. «Gli atti sono corretti, si può avere l’opinione che si vuole ma non si può tacciare chi ha una idea diversa insultandola» ha rivendicato il sindaco, avendo deciso di mettere la mano sul fuoco sulla correttezza degli atti solo dopo le verifiche del caso.

Il Patto è salvo, la chiarezza un po’ meno. Ora Corato, e gli altri Comuni del Patto, potranno concorrere ad ottenere i due finanziamenti. Non è detto che li abbiano, ancora si sa poco sui progetti da candidare. Quel che conta è essere dentro e chi vivrà vedrà.

Cosa è il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino

Sul sito ufficiale dell’agenzia legge: «Il Patto Territoriale per l’Occupazione è un nuovo strumento promosso dall’Unione Europea per creare progetti di sviluppo locale e nuova Occupazione».

Aderirono al patto, costituito nel 1998, i comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Margherita di Savoia, Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola, Trani e Trinitapoli.
Man mano però l’agenzia ha perso la partecipazione dei comuni di San Ferdinando, Trinitapoli, Canosa, Trani, Bisceglie e in ultimo Andria. Anche Barletta si è defilata, salvo poi mostrare nuovamente interesse per il sodalizio. Per statuto la durata del Patto si sarebbe dovuta esaurire il 31 dicembre del 2020 ma alla data di convocazione dell’assemblea per lo scioglimento non si presentò nessuno, al punto da lasciare il compito al commissario liquidatore.

Il Patto conta anche dei dipendenti. Durante il consiglio comunale si è riflettuto su quale sia il fine del loro lavoro e quale sarà la loro collocazione futura.

Col suo voto favorevole alla modifica della data di scadenza del patto, fissata al 31 dicembre 2025, tutte le domande poste in sede di consiglio comunale sono procrastinate di un triennio.

 

sabato 2 Luglio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 9:31)

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Luigi Acella
Luigi Acella
1 anno fa

E il pd ha votato a favore ……..