L'intervista

Giacomo Travisani e il logo scelto per il Giubileo: «Frastornato dalla notizia»

Annamaria Iannelli
Giacomo Travisani e il logo scelto per il Giubileo
Giacomo Travisani e il logo scelto per il Giubileo
"La speranza non è degli uomini, giovani, anziani, dei grandi e dei piccoli, bensì corrisponde al passato e al futuro, riprendendo i primi due giubilei (fede e carità), nella speranza identificata con la croce c’è un abbraccio"
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Cresciuto in parrocchia da sempre, Giacomo Travisani è un grafico tranese poi trasferito a Corato. La grafica non rappresenta il suo lavoro principale, ma da molti anni è una passione grande che continua a coltivare, poiché gli ha consentito di trasmettere nell’immagine un concetto etereo. Il suo logo, fra tanti, è stato scelto per il Giubileo 2025, un risultato del tutto inaspettato.

Quali sono stati i termini di presentazione dell’opera?

La presentazione dell’idea era possibile effettuarla dal 1 aprile al 20 maggio, ho creato circa 15 versioni diverse del logo e quando ero in procinto di rinunciare ho buttato giù l’ultima idea, che è stata quella che ho presentato. In campo liturgico mi sono interfacciato con i miei collaboratori per dare un significato teologico all’immagine, sono stata contento di esaudire il mio e il loro desiderio. Tre giorni prima della scadenza ho presentato l’idea, credo di essere stato l’ultimo a presentare la proposta. In realtà conoscevo il risultato del bando già da un mese, poiché Monsignor Fisichella in persona mi ha chiamato il 25 maggio dandomi la notizia che ero arrivato fra i primi dieci, fra questi avrebbero scelto i tre da presentare a Papa Francesco, che avrebbe scelto a sua volta il logo. Inizialmente avevo perso le speranze, poi ho ricevuto nuovamente la chiamata di Monsignor Fisichella, che mi ha fatto le congratulazioni della vittoria.

Quali sono le tue emozioni? Ti aspettavi che la tua opera fosse vincitrice fra tante persone?

Sono rimasto sbigottito, frastornato, non pensavo che il Papa potesse scegliere la mia opera fra tante persone. È stato un mese duro perché non potevo comunicare a nessuno il risultato di tale esito, dal punto di vista legale mi ero impegnato a mantenere riservatezza. È stato un grande onore ricevere complimenti dal presidente della regione Lazio, il sindaco di Roma, il ministro del Turismo, Monsignor Eccellenza Parolini. Confesso di essere stato molto emozionato di stare nella Sala Regia fra tanti personaggi importanti, sentire la vicinanza umana di Monsignor Fisichella, immaginarsi un ambiente così lontano da noi per poi scoprire di vedere persone mi verrebbe da dire “normali”. Sto ricevendo tantissimi messaggi, da chiunque, anche da persone che non vedo da trent’anni, le mie richieste d’amicizia non fanno che aumentare, non riesco a capire cosa stia succedendo. Devo confessare che non credevo molto nella forza della mia opera poiché era troppo moderna, pensavo che servisse qualcosa di molto più solenne, fortunatamente ho dovuto ricredermi.

Qual è il significato che hai voluto attribuire alla speranza?

La speranza non è degli uomini, giovani, anziani, dei grandi e dei piccoli, bensì corrisponde al passato e al futuro, riprendendo i primi due giubilei (fede e carità), nella speranza identificata con la croce c’è un abbraccio, personalmente ho immaginato Papa Francesco, poi noi stretti e a seguire questa fila di speranza. Molti particolari sono stati colti anche da altri, questa croce curva che sembra quasi andare controvento, la croce che diventa un’ancora che affonda nel mare. Sono state bellissime le parole di apprezzamento ricevute da Monsignor Fisichella: “non è l’ancora nell’idea comune che abbiamo, è l’ancora della speranza, è il nome che viene dato alla seconda ancora quando la prima non riesce ad attecchire i fondali”.

Che cosa ne pensi di questo Giubileo, secondo te è diverso dagli anni passati?

Si tratta di un Giubileo rivolto ai giovani, alla modernità, ai social, credo che farà molto effetto la mia opera, lo spero ma lo credo veramente perché non le ho dato mai una connessione, un’etichetta sola, non l’ho mai inquadrata in un concetto basico, l’ho lasciata aperta a tutti e l’ho regalata al mondo.

giovedì 30 Giugno 2022

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Franco
Franco
1 anno fa

Ci sono state già moltissime critiche a questo logo. Anche a livello nazionale. Ad alcuni ricorda troppo i colori del Gay Pride, ad altri dell’Ucraina e del green. E le figure centrali sembra facciano il famoso “trenino”.

Uno qualunque
Uno qualunque
1 anno fa
Rispondi a  Franco

E si.. purtroppo c’è tanta gente “malata”!