Altro che lingua morta. Il latino, lingua ricchissima, riesce anche ad esprimere pensieri contemporanei, trasversali, diventando la lingua delle canzoni del ventesimo secolo. A Corato, grazie ad una interessante iniziativa di una docente di lettere classiche del Liceo Classico “Oriani”, il latino è diventato la lingua delle canzoni di Rino Gaetano, artista profondo, ironico, di nicchia ma anche molto apprezzato dalle nuove generazioni. Apprezzato anche da quattro studentesse del quinto ginnasio: Giulia Pisi, Maria Maldera, Claudia Montaruli, Maria Elena Varesano.
È stata Giulia a scegliere Rino Gaetano come autore da tradurre: «Sono nata a Crotone, come lui. Lo sento molto vicino a me, alle mie origini, lo adoro» racconta. Due le canzoni che Giulia e le sue compagne hanno scelto: “A me piace il Sud” e “Mio fratello è figlio unico”. «A dire il vero non è stato molto difficile questo esperimento. Il latino, seppur lingua antica, riesce ad adattarsi completamente ai nuovi concetti. Lì dove abbiamo individuato dei termini intraducibili in maniera letterale abbiamo attinto dal ricco vocabolario di questa lingua affascinante» continua Giulia.
Un esperimento riuscito, che racconta un modo nuovo e accattivante di insegnare una lingua tanto preziosa quanto mortificata da chi non ne conosce le potenzialità e la storia. Un modo per avvicinare gli studenti con entusiasmo all’apprendimento interattivo di una disciplina considerata a torto desueta e poco utile.
Una occasione anche per raccontare e far apprezzare un grande poeta della fine del secolo scorso, Rino Gaetano appunto, le cui canzoni sono patrimonio per lo più sconosciuto alle nuove generazioni.
Bella notizia, ma non rappresenta una novità. Nel 1990, infatti, dopo il Certamen Horatianum, tradussi in latino “Vattene amore” di Minghi e Mietta, “Vengo dopo il Tg” di Arbore e “Uomini soli” dei Pooh. In greco, poi, “Sapore di sale”, con la complicità di Alceo. Bei tempi…