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La città festeggia San Cataldo, suo Santo patrono

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
La statua di San Cataldo
Ricorre oggi la ricorrenza del ritrovamento della tomba del Santo
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La città di Corato festeggia oggi il suo Santo Patrono Cataldo. Si tratta della seconda delle ricorrenze dedicate al santo irlandese, vescovo di Rachau, entrato nel cuore dei coratini sino a diventarne il protettore. Il programma religioso prevede la celebrazione della Santa Messa, alle ore 11 in chiesa Matrice, presieduta dall'Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo alla presenza del clero cittadino e delle confraternite. In occasione della festa del Santo Patrono gli uffici pubblici rimarranno chiusi. 

Il 10 maggio
La Chiesa celebra San Cataldo Vescovo di Rachau il giorno 10 maggio, data in cui secondo la tradizione, nel 1071 venne ritrovata a Taranto la tomba del santo mentre si effettuavano gli scavi per la nuova costruzione della cattedrale di Taranto. Decisivo, per la scoperta, fu il profumo che inebriò gli addetti e li condusse fino al luogo della sepoltura, in cui i resti di Cataldo avevano una crocetta d’oro celtica con l’incisione della parola Cataldvs. San Cataldo di Rachau è infatti il Santo Patrono anche della città di Taranto. 

Il Santo Patrono
Il culto di San Cataldo come patrono della città di Corato risale al 1681 con il riconoscimento da parte della Congregazione dei Riti, anche se la venerazione come Santo protettore risale ai primi anni del XVI secolo. «Nel 1506 – si legge sul sito internet ufficiale della Deputazione Maggiore di San Cataldo di Corato – venne anche costruito un convento che costituisce oggi il palazzo del Comune, chiamato non a caso anche Palazzo San Cataldo. L’edificio, in origine, accoglieva i Frati Minori Osservanti (detti Zoccolanti) che dedicarono al santo la costruzione di una chiesa più grande, adiacente il convento, in cui celebrare al meglio il culto di Cataldo (l’attuale Incoronata, risalente al 1629 circa). Sebbene la devozione verso il vescovo irlandese fosse molto diffusa in città (già nel 1657 si era deciso di onorare il santo il 10 maggio. Con la soppressione degli ordini religiosi nel 1809, i frati lasciarono la città e il convento, poi trasformato in municipio nel 1866 mentre la chiesa di San Cataldo scomparve definitivamente. Anche l’Incoronata fu abbandonata e, di conseguenza, il culto di San Cataldo si trasferì nel duomo della chiesa Matrice»

San Cataldo e Corato
Il legame tra il Vescovo Cataldo e la città di Corato nasce da un episodio raccontato dal frate vescovo Francesco Gonzaga nel volume  “De origine Seraphicae Religionis Franciscanae eiusque progressibus” del 1587. Si narra che in un giorno del 1483, in piena epidemia di peste, il contadino di Corato Qurico Trambotto fosse andato ad arare nei campi con i suoi buoi. Mentre era intento nella sua attività gli apparve la figura luminsa di San Cataldo che gli promise di salvare la città dalla peste e dalla carestia qualora avesse eretto un tempio a lui dedicato nel luogo in cui, l'indomani, sarebbero caduti i due buoi. E gli lasciò anche il mantello: chiunque lo avesse toccato sarebbe guarito dalla peste. L'indomani si avverò quanto il santo gli aveva detto: i buoi caddero e la peste fu scacciata. Quirico Trambotto edificò proprio nel punto in cui erano caduti i buoi la chiesa, oggi non più esistente. Da allora gli abitanti di Corato si legarono al culto di San Cataldo, considerandolo prima proprio protettore e successivamente Santo Patrono.

martedì 10 Maggio 2022

(modifica il 10 Agosto 2022, 18:10)

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