Diciassette vestiti, tanti quanti le donne vittime di violenza sessuale alle quali è stato chiesto "Come eri vestita?" quando hanno dovuto ricostruire il ricordo dei drammatici momenti vissuti. Abiti di donne, semplicissimi, normalissimi, che raccontano storie di quotidianità squarciata dalla violenza, spesso perpetrata da chi nemmeno si conosce. La mostra itinerante, allestita nel 2013 per la prima volta, a distanza di 9 anni è arrivata a Corato ed è ospitata nell'atrio di Palazzo di Città, luogo simbolo delle istituzioni. Perché le istituzioni hanno un compito importante nella lotta ad un fenomeno che ancora oggi miete troppe vittime e, ad onor del vero, è spesso sottovalutato se non addirittura misconosciuto.
Il progetto è stato concepito da Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e da Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas. Da lì ha percorso tante pardi del mondo e in Puglia è presente grazie all'associazione Sud Est Donne. Accanto ad ogni vestito in esposizione c'è il racconto di una storia di violenza, con frasi agghiaccianti, ricostruzioni che stringono il cuore. In poche righe è riassunto il malessere di cui, suo malgrado, si è ritrovata vittima dei soprusi di chi le ha considerate un oggetto sessuale.
La mostra rimarrà aperta anche oggi e domani dalle 10 alle 12 con ingresso gratuito. A presentarla sono stati gli assessori alle politiche sociali dei comuni di Corato e Ruvo di Puglia e rappresentanti del centro antiviolenza Giulia e Rossella di Barletta.