La Corte d'appello di Lecce, dichiarando la propria incompetenza territoriale, ha annullato la sentenza di primo grado con la quale il 18 novembre 2020 l'ex gip tranese Michele Nardi era stato condannato dal Tribunale salentino a 16 anni e 9 mesi per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Il presidente della Corte d'appello di Lecce, Vincenzo Scardia, ha così accolto una delle eccezioni preliminari presentate nella scorsa udienza dal legale di Nardi, Domenico Mariani, e contestate dalla pubblica accusa. Tra queste c'era la competenza territoriale con la quale si chiedeva di spostare a Potenza il procedimento perchè collegato – secondo la difesa – alle funzioni di Carlo Maria Capristo, l'ex procuratore di Trani e di Taranto, indagato nel capoluogo lucano. Ora gli atti verranno trasferiti alla Procura di Potenza dove verrà rifatto il processo.
«Sono stato trattenuto due anni e mezzo in custodia cautelare in carcere da una Procura e un Tribunale incompetenti territorialmente, così come avevo eccepito sin dal primo momento dell'arresto, anzi ancora prima, in una memoria difensiva che è stata definita un tentativo di depistaggio e, invece, avevo ragione io» afferma in lacrime Michele Nardi commentando la decisione della Corte d'appello di Lecce. «È stata distrutta la mia vita, quella della mia famiglia – accusa – da un Tribunale, una Procura che non aveva alcuna competenza in materia. Io voglio far emergere la verità perchè la verità è dalla mia parte. Io sono innocente, l'ho sempre urlato e, nonostante 30 mesi di custodia cautelare, non mi sono mai piegato ad ammettere qualcosa che non avevo fatto perchè io non l'ho fatto, perchè non ho commesso reati e ho avuto il coraggio di andare avanti e di testimoniarlo sulla mia pelle, con 30 mesi di tortura».
Nardi era accusato di aver garantito esiti processuali favorevoli in più vicende giudiziarie e tributarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini dei pm di Trani in cambio di danaro, gioielli e varie utilità. La sentenza è stata annullata anche nei confronti degli altri 4 imputati, ovvero l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro (9 anni e 7 mesi di reclusione); l'avvocatessa barese Simona Cuomo (6 anni e 4 mesi); Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi) e Savino Zagaria (4 anni e tre mesi).
Non ci sono parole. Questa è la giustizia italiana
Il difetto di competenza di territorio a giudicare spacciato per assoluzione? E se la Procura di Lecce proponesse appello a questa sentenza?
Fra un po' daremo noi una cosa di resto per risarcire i danni… Storia vista e rivista… Tutto molto belloooooooo
ma sul serio accade questo? cioè tutti gli atti del processo ad iniziare le testimonianze ed i verbali a iosa che si sono depositati non servono a nulla? e come mai il dott.SAVASTA si è dichiarato colpevole ed ha patteggiato pur di uscire dal carcere? ha scherzato o che? e i poveri messi del comune di CORATO che colpa ne hanno dopo aver visto i loro nomi coinvolti in qualcosa di inconcepibile ammesso anche e soprattutto da chi lo ha concepito e da chi lo ha commesso? siamo su scherzi a parte….e che c'entra Capristo?
Primo Aprile ?
Probabilmente la legge di Lecce non è uguale a quella di Potenza, sono altri stati, dal 2020 oggi dicono che c'è incompetenza territoriale, io penso che ci sia semplicemente incompetenza giudiziaria, queste sono le storie che ci rendono fieri di essere italiani, volutamente scritto in minuscolo……
#giustiziaFallita
Lupo e lupo non si mangiano
Cioè tarallucci è vino? Oppure quattro amici e quattro birre?
Queste cose succedono solo in Italia. Che peccato…
Ma questi sono del mestiere?? Mah … non credo proprio …. Come sempre siamo nel paese dei Balocchi
E vissero tutti felici e contenti……
Appellarsi alla competenza territoriale non cancella certo gli addebiti a meno che gli imputati non contino sul trascorrere del tempo per il nuovo processo o si affidino al giudizio di una nuova corte ritenuta più clemente o più amica. Certo stupisce la dichiarazione del maggiore indiziato, tra l' altro magistrato egli stesso, che commenta la sentenza come fosse una assoluzione totalmente liberatoria, fidando forse sulla scarsa conoscenza delle questioni penali da parte di una opinione pubblica delusa perché desiderosa di esiti rapidi e definitivi .
Magari a Potenza fossero più severi? O più addolcinati? Non vedo questa contentezza da parte degli imputati. La giustizia non ha fuso orario è uguale dappertutto . Almeno! Staremo a vedere.
Una vergogna vergognosa….solo da noi purtroppo