Cronaca

Disastro ferroviario 12 luglio, riparte il processo. Ma la tratta Corato-Andria è ancora chiusa

La Redazione
Il punto del binario tra Corato e Andria in cui si è verificato il disastro ferroviario
Nell'aula bunker del carcere di Trani sono stati ascoltati sette testimoni della difesa. Pendolaria: «È il momento di avere certezze sulla riapertura da parte di Ferrotramviaria, vista l'importanza strategica di questa linea»
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Nuova udienza del processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016 che provocò 23 vittime e 51 feriti sul binario unico tra Andria e Corato. Giovedì scorso nell’aula bunker del carcere di Trani sono stati ascoltati sette testimoni della difesa, alcuni dei quali hanno reso dichiarazioni sulla organizzazione della società Ferrotramviaria che gestisce la linea in concessione, con particolare riferimento alle misure di sicurezza adottate. Nel processo – iniziato l'11 aprile 2019 davanti al Tribunale di Trani e che riprenderà con la prossima udienza il 24 febbraio – sono imputate 17 persone e la società Ferrotramviaria che risponde in qualità di persona giuridica per la responsabilità amministrativa nei reati contestati, a vario titolo, ai suoi dipendenti.

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Mentre il processo va avanti, non si hanno invece ancora notizie certe sulla riapertura della tratta che collega Corato e Andria. Anche il rapporto Pendolaria 2022, stilato da Legambiente e dedicato ai treni regionali e locali, al pendolarismo e alla mobilità urbana, rileva che la tratta Corato-Andria «risulta ancora chiusa dopo 5 anni e mezzo dal tragico incidente del 12 luglio 2016 che causò 23 morti. Importanti passi avanti sono stati fatti, visto soprattutto il raddoppio dei binari, concluso ad ottobre 2021, e l’attivazione dell’alta tensione su tutta la nuova tratta, a novembre. Ora però, è il momento di avere certezze sulla data di riapertura da parte di Ferrotramviaria, vista l’importanza strategica di questa linea, che permetterebbe a migliaia di pendolari di tornare ad utilizzare il treno».

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«La Puglia deve fare passi coraggiosi per trasformare radicalmente la mobilità nella regione, ma soprattutto risolvere criticità che da troppi anni hanno in ostaggio i pendolari e cittadini – ha affermato il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli, presentando il rapporto – come la lentezza dei lavori della tratta Corato-Andria, ancora chiusa dopo 5 anni e mezzo dal tragico incidente del 12 luglio 2016 e di cui ad oggi non si conosce ancora bene il cronoprogramma di fine lavori».

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sabato 12 Febbraio 2022

(modifica il 2 Agosto 2022, 21:36)

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Aurelio Rag. Tortosa
Aurelio Rag. Tortosa
2 anni fa

Senatrice Piarulli dove sei?
A che ora ti possiamo chiamare affinché si possa giovare della Vostra presenza sul territorio per la disamina delle questioni aperte…

Angela  Mazzilli Ventura-Corato
Angela Mazzilli Ventura-Corato
2 anni fa

Se non facesse (ASSAI) piangere… farebbe (ASSAI) ridere… un pensiero, SEMPRE, alle 23 vittime innocenti del disastro ferroviario sulla tratta Corato-Andria e alle loro famiglie … ❤questo è il danno. Poi c'è la beffa (la tratta ferroviaria NON ripristinata con enormi disagi per noi pendolari lavoratori..).
E poi c'è la beffa della beffa: l'aumento recente dei costi dei biglietti singoli e degli abbonamenti mensili…
GRAZIE a tutti per la Vostra cortese attenzione.

Carlo
Carlo
2 anni fa

mi chiedo cosa c'e' ancora da ascoltare testimoni……

Pendolare ESAURITO assai
Pendolare ESAURITO assai
2 anni fa

La storia senza fine..!!!

franco
franco
2 anni fa

una volta per tutte la vogliamo riaprire questa tratta? credo sia completa ed aspettiamo con ansia anche la tratta sino a Barletta che di questo passo molti di noi forse non la vedranno

mest catall
mest catall
2 anni fa

Sssssssssssssssssss, mo' nama mov !!! Traduzione = adesso ci dobbiamo finire…??

anna rutigliano
Anna Rutigliano
2 anni fa

Dolore immenso per le vittime, dolore immenso per le famiglie, ma la domanda che mi pongo e “che c'entra la tratta Ruvo Corato in tutto questo….un doppio binario (morto) da sei anni….che vergogna.
Povere vittime, povere famiglie poveri noi pendolari