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Dieci anni dal naufragio della Concordia. La superstite Antonella: «Oggi provo gioia e rabbia»

La Redazione
Il tesserino di Antonella Zingaro sulla Costa Concordia
​Nell'incidente persero la vita 32 persone. Tra le vittime, la giovane coratina Maria D'Introno che si trovava sulla nave con i suoi famigliari, tutti salvi. Si salvò anche Antonella Zingaro che oggi ricorda quanto accadde allora
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Guardare avanti è necessario, ma dimenticare è impossibile. Riccorre oggi il decimo anniversario del naufragio della nave da crociera Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 di fronte all'isola del Giglio, nelle acque della Toscana. L'impatto avvenne alle 21.45, quando il comandante Francesco Schettino decise di effettuare il cosiddetto "inchino", una serie di manovre che vengono compiute nelle vicinanze di insediamenti costieri come forma di saluto verso chi osserva da terra. Transitando nelle vicinanze dell'isola, la nave – sulla quale c'erano oltre 4mila persone tra passeggeri ed equipaggio – urtò alcuni scogli, subì un grosso squarcio nello scafo e affondò parzialmente.

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Nell'incidente persero la vita 32 persone e altre 157 rimasero ferite. Tra le vittime, la giovane coratina Maria D'Introno. Aveva solo 30 anni e viveva a Cavaglià, in provincia di Biella. Era sulla nave insieme a suo marito Vincenzo Roselli, ai cognati e ai suoceri per festeggiare i 50 anni di matrimonio di questi ultimi. Tutti salvi, tranne Maria. Dopo dieci giorni di estenuanti ricerche in cui tutta la famiglia restò in attesa di notizie sull'isola del Giglio, il suo corpo senza vita venne ritrovato il 23 gennaio. Durante le esequie, che si celebrarono il 29 gennaio a Corato, la città abbracciò idealmente Maria – che molti giornali ribattezzarono teneramente la "sposina" – e tutta la sua famiglia.

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A bordo della nave era presente anche una settima coratina – Antonella Zingaro, dipendente di uno dei centri estetici della Concordia – che fortunatamente riuscì a salvarsi e a tornare a casa poco dopo il naufragio. «Eh già, sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua» afferma Antonella, citando Vasco Rossi. «Questa canzone ha accompagnato i primi tempi dopo la tragedia. Oggi, a distanza di dieci anni, provo emozioni contrastanti ma perfettamente motivate, cioè gioia e rabbia. Gioia perché sono qui, sono viva e ho la possibilità di raccontarlo ancora. Anzi, spero di arrivare a 90 anni e raccontarlo ai miei nipoti come la nonnina del Titanic. Gioia, perché ho capito cosa significa avere la vita e avere la possibilità di spiegarlo agli altri e perché ho avuto la possibilità di diventare moglie e mamma con altre sfide da affrontare. Ma anche rabbia, perché 32 vite non ci sono più e non hanno potuto condividere con me questo momento. Rabbia, perché Schettino non ha ancora avuto il coraggio di ammettere di aver sbagliato. Restano tanti ricordi contrastanti, belli e brutti, che rimarranno per sempre nel mio cuore. In virtù della mia esperienza – conclude Antonella – mi permetto di dire: non sprecate un solo attimo».

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La vicenda giudiziaria si è chiusa quattro anni fa, nel maggio 2017, quando il comandante Francesco Schettino è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave. Oggi sconta la sua pena nel carcere romano di Rebibbia. Le ferite nel cuore delle persone, invece, fanno molta fatica a rimarginarsi. Oggi alle 12 al Giglio verrà celebrata una messa in suffragio delle vittime e verrà deposta una corona di fiori in mare. Alle 21.30, invece, si svolgerà la tradizionale processione con fiaccolata dalla chiesa di Giglio Porto fino alla lapide commemorativa posta sul molo di Levante e lì, alle 21.45 e 7 secondi, è prevista la "tufata", con il suono delle sirene delle imbarcazioni, seguita dalla preghiera per le vittime e dalla scopertura della lapide "preghiera del marinaio".

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giovedì 13 Gennaio 2022

(modifica il 2 Agosto 2022, 22:40)

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2 anni fa

La colpa non è mai del singolo,in questi casi.Schettino è colpevole si,ma avrebbero dovuto pagare anche altri.Una preghiera per tutti.