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Gli auguri del vescovo D’Ascenzo: «Gesù è la verità del Natale»

La Redazione
Gli auguri del vescovo D'Ascenzo: «Gesù e la verità del Natale»
Come di consueto l'arcivescovo della diocesi, monsignor Leonardo D'Ascenzo, ha voluto dedicare ai fedeli un augurio di buon Natale che riportiamo integralmente
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Come di consueto l'arcivescovo della diocesi, monsignor Leonardo D'Ascenzo, ha voluto dedicare ai fedeli un augurio di buon Natale che riportiamo integralmente.

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«Carissimi, ci apprestiamo a vivere un altro Natale del Signore, quello del 2021. La liturgia con il tempo di Avvento ci ha preparato alla celebrazione di questo evento, così fondamentale per la nostra fede. Attorno a noi, poi, tanti i segni che lo richiamano, talune volte inconsapevolmente: le luci, gli addobbi, gli abeti decorati, i presepi. Tutto concorre alla festa. Ne abbiamo molto bisogno, di questi tempi, ancora alle prese col covid, che ci invita alla responsabilità, al rispetto delle regole per non fare del male a noi e a chi ogni giorno incontriamo.

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Chiediamoci ancora, qual è la verità più profonda del Natale. È fondamentalmente una Persona, comparsa nella scena della storia poco più di duemila anni fa con il nome di Gesù, nato a Betlemme e vissuto a Nazareth. Dei suoi inizi sappiamo poco, ma, attingendo dai Vangeli, Egli, divenuto adulto, si è distinto per un annuncio inusuale, quello del Regno Dio, nel quale l’Altissimo è Amore, di cui Egli è espressione, anzi Figlio; e indicandoci con gesti e parole che l’amore è servizio, prendersi cura, donazione di sé fino alla fine, senza alcuna limitazione di tempo e spazio. E che la nostra vita non si esaurisce nella dimensione orizzontale dell’esistenza ma è proiettata in un'altra, definitiva, per sempre, dell’eternità, in vista della quale ordinare tutto il vivere. 

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Gesti e parole di Gesù comprovati dal suo incontrare la sofferenza, la persecuzione, la morte. Con la sorpresa, carica di gioia e speranza, dell’esperienza della Pasqua, della Sua risurrezione. Sarebbe insufficiente ed un errore fare del Natale solo una rievocazione storica. Che si reitera ogni anno. Questa è importante per non cadere nell’intimismo religioso, disincantato e fuori dalla realtà. Il Natale è un tornare con vigore a guardare in alto, elevare le braccia, incontralo nella preghiera, nell’adorazione, nella conversione della propria vita. Sempre più. Solo un cuore toccato dalla grazia, che si apre ad essa con docilità è con certezza proiettato ad incarnare il significato più profondo del Natale del Signore. Poi, quel Bambino che nasce povero in una mangiatoia, ultimo rifugio dopo aver cercato inutilmente un’accoglienza più dignitosa, protetto dall’amore di Maria e Giuseppe, ci indica un nuovo orizzonte di senso del Natale, valido per tutti i tempi, per tutti noi: l’essere poveri e dalla parte dei poveri, di chi è solo, vive nell’indifferenza, nel dolore.

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Non dimentichiamo, soprattutto in queste ore, il solenne proclama di Gesù all’inizio della sua predicazione nella sinagoga di Nazareth:

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«Lo Spirito del Signore è sopra di me,

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per questo mi ha consacrato con l’unzione

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e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio;

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a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;

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a rimettere in libertà gli oppressi,

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a proclamare l’anno di grazia del Signore».

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A tutti tanti auguri per un santo Natale.

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sabato 25 Dicembre 2021

(modifica il 2 Agosto 2022, 23:22)

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