L'intervista

Disabilità, Vincenzo Tota: «A Corato tanti problemi, si inizi da un censimento dei disabili»

La Redazione
Vincenzo Tota
Tota è stato per diversi anni presidente del Comitato Paralimpico di Reggio Emilia e presidente provinciale del Fand, associazione che mette insieme le sigle più importanti dell'associazionismo per disabili
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Il mondo della disabilità visto attraverso gli occhi di chi, per anni, ha ricoperto un ruolo importante in quel particolare tessuto sociale e in una fetta d’Italia dove il terzo settore dedicato ai diversamente abili funziona benissimo. Vincenzo Tota, classe 1950, viveva a Reggio Emilia da più di trent’anni. Nel 1994 un incidente stradale lo ha costretto alla sedia a rotelle. Proprio durante la lunga riabilitazione si è innamorato del nuoto. «Ho fatto anche equitazione e sci – racconta – poi mi chiesero di fare il presidente del Comitato Paralimpico di Reggio Emilia, ruolo che ho ricoperto per una ventina d’anni».

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Vincenzo è stato per 8 anni anche presidente provinciale del Fand, associazione che mette insieme le sigle più importanti dell’associazionismo per disabili. Da più di un anno è però tornato a Corato e, sfruttando le competenze maturate in Emilia, ha un'idea di cosa possa essere fatto per migliorare le condizioni di chi convive con una disabilità, sia dal punto di vista sportivo sia nella vita di tutti i giorni. «Il punto di partenza è un’analisi completa della disabilità in città. Iniziamo a chiederci quanti disabili ci sono? Che tipo di disabilità hanno? Che tipo di attività possono svolgere? Sono già iscritti a qualche associazione? Un vero e proprio censimento che possa restituirci un’immagine precisa e possa farci capire dove e come intervenire. È fondamentale anche mappare le strutture a disposizione».

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Che sono carenti…
nAvere delle palestre accessibili non va a vantaggio soltanto di chi ne ha bisogno, ma di tutta la collettività. 

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È anche un problema economico?
nII soldi si possono trovare attraverso fondi specifici. Quella che manca è la volontà.

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Dopo un’attenta analisi cosa andrebbe fatto?
nCoinvolgere la città. Per quanto concerne lo sport chiedere alle associazioni sportive di includere nella propria attività anche quella paralimpica. Le diverse associazioni di disabili presenti sul territorio devono fare quadrato, guidate da una figura istituzionale – magari dell’amministrazione comunale – che faccia da garante per il potenziamento delle stesse. E poi convegni, formazione, capire cosa funziona altrove e adottarlo qui. Le opportunità sono tante.

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Parliamo della realtà in cui hai vissuto per anni: lo sport a Reggio è a misura di disabile? 
nLa provincia di Reggio rappresenta un’eccellenza nello sport. Con il C.I.P. abbiamo portato diversi atleti alle Paralimpiadi. Ci sono più di mille ragazzi che svolgono attività fisica.

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Quale ricetta avete adottato per riuscirci?
nAndavamo letteralmente casa per casa a coinvolgere i ragazzi disabili e portarli a praticare attività motoria. Eravamo ovunque: fiere, mercati, chiese e soprattutto scuole dove, attraverso dei progetti, inviavamo ragazzi preparati per avviare gli studenti diversamente abili allo sport. Anche in quel caso siamo partiti da un’analisi del tessuto umano e delle strutture sportive. Ho anche pubblicato un libro sul tema.

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Dopo trent’anni lontano da casa, quale idea ti sei fatto al rientro a Corato?
nQui ci sono problemi da terzo mondo. Le barriere architettoniche presenti ovunque rappresentano l’immagine più eloquente. Bisogna intervenire con un piano di rimozione delle barriere architettoniche ma bisogna agire anche a livello culturale. La settimana scorsa, a Reggio, ho incontrato due genitori coratini di un figlio disabile che erano venuti a toccare con mano la realtà reggiana, con l’intenzione di trasferirsi. 

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Hai già avuto modo di parlarne con le istituzioni locali?
nL’estate scorsa ho conosciuto Corrado De Benedittis durante la campagna elettorale. Mi sono anche candidato con Demos e l’anno scorso ho tenuto un convegno pubblico per parlare di disabilità.

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È possibile fare qualcosa di concreto?
nCome dicevo, bisogna unirsi. A Corato ci sono tante persone serie e caparbie che già s’impegnano. Io sono a disposizione.

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venerdì 1 Ottobre 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 2:50)

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CarloeGiuditta
CarloeGiuditta
2 anni fa

Buongiorno sig. Tota, grazie per la sua audacia. Purtroppo l'amministrazione attuale, che evidentemente non è solo il sindaco, dimentica questo impegno assunto dinnanzi a diverse vulnerabilità umane. A volte con mia moglie ci diciamo che forse è perchè nessuno di loro ha situazioni vicine di questo genere, e quindi è molto piu difficile comprendere e molto piu facile esercitare demagogia.
Come famiglia abbiamo deciso di vendere casa chiedendo entrambi il trasferimento professionale.
Per quanto possa cambiare un'amministrazione, la forma mentis resta quella da terzo mondo.