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Scuole superiori con l’incubo “doppio turno”. I dirigenti coratini: «Irrealistico e irrazionale»

Giuseppe Cantatore
Giuseppe Cantatore
Studentesse all'ingresso del liceo Oriani
Tiene banco la decisione della Prefettura di effettuare il "doppio turno" a partire dal 20 settembre. I dirigenti coratini stroncano il provvedimento e dicono la loro sull'anno scolastico ormai alle porte
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Inizio in salita. Come avvenuto per le aule mancanti in alcune scuole primarie e medie, anche per gli istituti superiori della città a tenere banco è un problema dell'ultim'ora. L'incubo si chiama "doppio turno" ed è stato deciso nei giorni scorsi dalla Prefettura. Secondo quanto disposto, da lunedì 20 settembre alle 8 è previsto l'ingresso del 75% degli studenti, mentre il restante 25% entrerebbe alle 9.40. Tutto per rispettare il limite dell'80% di capienza a bordo dei mezzi di trasporto. Ieri 55 dirigenti di licei, istituti tecnici e professionali dell'area metropolitana di Bari – tra cui i presidi della scuole superiori di Corato Angela Adduci (istituto superiore Oriani-Tandoi), Savino Gallo (liceo artistico Federico II) e Nunzia Tarantini (Itet Tannoia) – hanno scritto al Prefetto per chiedere un incontro urgente in modo da «valutare, attraverso il confronto, se esistano le possibilità di rendere più flessibili gli obblighi previsti dal documento operativo». Nel frattempo per venerdì 17 alle 10, in piazza Libertà a Bari, è stato organizzato un sit-in di protesta cui prenderanno parte dirigenti scolastici, studenti e genitori.

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Interpellati sull'argomento, i tre dirigenti delle scuole superiori coratine si sono schierati apertamente contro il provvedimento. «Abbiamo sottoscritto la lettera al Prefetto e parteciperemo al sit-in di venerdì» esordisce la dirigente dell'Oriani-Tandoi, Angela Adduci. «Di fatto, non abbiamo alcun bisogno effettuare doppi turni. Abbiamo strutturato gli ingressi e le uscite dividendo gli studenti tra i quattro accessi presenti sia al liceo che al professionale, con in più orari sfasati di pochi minuti in modo tale da non creare interferenze. Domani inizieremo la scuola con il turno unico, in attesa di novità».

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Non usa giri di parole Nunzia Tarantini, alla guida dell'Itet Tannoia. «Si tratta di un provvedimento vergognoso e irrazionale» tuona la dirigente. «Da quanto abbiamo potuto capire, la scelta era aumentare il numero di corse oppure quello degli autobus. L'orientamento emerso è evidentemente stato quello di moltiplicare le corse, forse per evitare che aumentasse troppo il traffico nell'ora di punta a Bari. La decisione, poi, è stata estesa al resto della Città Metropolitana. Ma il capoluogo e la provincia sono due cose diverse. Tutto questo crea problemi alle scuole, ma anche ai vettori che ora si trovano improvvisamente a modificare i propri piani. Di fatto, è un provvedimento improponibile perchè non si può chiedere alle scuole di riorganizzare tutto il 10 settembre. Questa cosa non doveva neppure essere messa in discussione, visto che da mesi abbiamo consegnato alla Regione tutti i numeri relativi ai pendolari. Sarebbe auspicabile ottenere una deroga rispetto al decreto della Prefettura, in modo che ogni realtà locale possa fare i conti con l'effettivo numero di pendolari. L'Itet, per esempio, a Corato ha il 5% di studenti pendolari, mentre nella sede di Ruvo ne ha il 50%.

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«Chiediamo anche noi di rivedere l'ipotesi degli ingressi differenziati» afferma Savino Gallo, il preside del liceo artistico Federico II i cui studenti sono tornati in classe già ieri. «La questione di fondo è che l'organizzazione prevista dal documento del Prefetto è irrealistica, non considera quale sia l'organizzazione reale di un istituto scolastico e i problemi conseguenti ad istituti con studenti provenienti da più comuni, serviti da più vettori di trasporto pubblico. La mia scuola ha studenti e docenti da che arrivano da dieci comuni diversi e sarebbe impossibile concordare gli orari con dieci vettori diversi».

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Intanto ieri a Palazzo di Città si è svolta una conferenza indetta dal sindaco De Benedittis cui hanno preso parte i dirigenti scolastici di Corato, Ruvo e Andria, oltre al sindaco di Terlizzi e ai rappresentanti delle aziende di trasporti. «Tutti si sono detti favorevoli all'inizio delle lezioni con ingresso unico» fa sapere la dirigente Adduci. «Abbiamo chiesto ai sindaci di farsi portavoce in Prefettura di quanto emerso durante l'incontro e loro sono riservati di rapportarsi con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, per chiedere di incontrare il Prefetto».

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A parte la deflagrante novità del "doppio turno", le scuole hanno avuto comunque il loro da fare per l'avvio dell'anno scolastico. E anche in questo caso – com'è stato per presidi dei comprensivi – la parola d'ordine è stata "presenza". «Ho sempre creduto poco nella dad, a mio parere poco proficua, e considero la didattica in presenza una priorità» afferma il dirigente Gallo. «Al liceo artistico, poi, la presenza è determinante anche per svolgere le attività laboratoriali. Senza ovviamente dimenticare la socialità che è un momento importante ai fini dell'apprendimento». Nessuna difficoltà particolare nell'organizzazione dell'istituto in merito alle norme anti Covid. «Godiamo per fortuna di spazi adeguati. Ovviamente abbiamo proceduto alla verifica di tutti i green pass. Chi eventualmente non dovesse adempiere sarà considerato, più che assente ingiustifcato, presente ingiustificato».

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«Le regole rispetto allo scorso anno sono identiche, a parte il distanziamento non più obbligatorio. Ma noi lo rispetteremo in ogni caso, anche se questo ci costerà rinunciare a spazi importanti come la palestra e i laboratori» dice invece la preside Tarantini. «In più non ci è stata data una prima e quindi abbiamo classi abbastanza numerose. Nessun problema con il green pass, il cui obbligo riguarda chiunque entri a scuola. Con queste regole, cercheremo di portare avanti le lezioni in presenza, perchè i danni di questi ultimi due anni sono notevoli, checchè se ne dica. Anche perchè ci sono tante attività che abbiamo in programma tra progetti pon e laboratori».

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«Sono da sempre a favore della didattica in presenza e considero la dad qualcosa di utile, ma di complementare» ribadisce la dirigente Adduci. «Lo spirito è quindi quello di frequentare fisicamente la scuola e vivere pienamente la relazionalità tra i ragazzi e anche con i docenti. L'importante premessa è che il 95% dei nostri ragazzi è vaccinato e che non sono emersi problemi con il green pass del personale scolastico. Abbiamo rivisto il protocollo stilato l'anno scorso per il rispetto delle regole anti covid, integrandolo con le norme relative alla certificazione verde, la mascherina obbligatoria per gli studenti, l'apertura delle finestre per areare le aule e la variazione relativa al distanziamento che non è più obbligatorio ma solo raccomandato. Noi ovviamente, lo rispetteremo comunque e riprenderemo la misurazione della temperatura e la sanificazione sistematica degli ambienti con i macchinari acquistati un anno fa».

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Un discorso a parte meritano le due sedi dell'istituto: quella del classico in via Santa Faustina Kowalska e quella del professionale in via Andria.

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«All'Oriani – spiega Angela Adduci – il problema è relativo alla sistemazioni delle quattro classi un tempo ospitate nella struttura di San Gerardo. Quei locali sono stati abbandonati perchè dichiarati inagibili. Ma devo dare atto alla Città Metropolitana di essersi mossa celermente e di aver individuato in tempi brevi altri spazi. È in atto un contratto per ristrutturare i locali che ci dovrebbero essere consegnati nella seconda decade di ottobre. Negli ultimi giorni, però, si sono verificati alcuni rallentamenti nell'iter, dovuti a questioni tecnico-burocratiche, che potrebbero far slittare la consegna delle aule. Nel frattempo ci organizzeremo con una dad a turno tra le varie classi e solo per brevi periodi. A questo proposito mi preme ricordare che questa dad, intesa come misura da svolgere fino a quando non avremo a disposizione le nuove aule, è stata scelta dal collegio dei docenti come alternativa ai doppi turni, per non penalizzare eccessivamente alcune classi. Tutto questo in attesa dell'atteso ampliamento del liceo classico. Su questo fronte, la presidenza della scuola è impegnata da anni, come dimostrano i documenti. Tanto che la disponibilità della Città Metropolitana era nota già da giugno 2020».

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Se l'Oriani attende prima le nuove aule in affitto e poi l'ampliamento della scuola, diversa è la situazione dell'Ipc Tandoi. «Le aule dell'istituto sono pronte – prosegue la dirigente – ma ci sono alcuni problemi di umidità e la Curia (proprietaria dell'immobile, ndr) non è ancora intervenuta, nonostante le sollecitazioni della scuola e della Città Metropolitana. Per quanto riguarda la costruzione della nuova sede, il sindaco ci ha fatto sapere di aver individuato il suolo alle spalle della stazione, con accesso da via Lama di Grazia. Ora spetta alla Città Metropolitana effettuare la ricognizione sulla fattibilità e poi la progettazione esecutiva».

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mercoledì 15 Settembre 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 3:24)

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Maria P.
Maria P.
2 anni fa

Eppure la Prefettura di Bari l'aveva presentato come l'uovo di Colombo che avrebbe risolto i problemi. Evidentemente non è cosi ma credo non sarà facile convincere chi ha emanato il provvedimento a fare retromarcia e pensare qualcos'altro.

saponetta
saponetta
2 anni fa

anche da queste piccole cose si percepisce l'enorme gap, l'incolmabile distanza tra le istituzioni e il paese reale. istituzioni, di ogni grado, livello ed area che non conoscono NULLA delle esigenze delle persone e delle istituzioni contigue. camere stagne, monadi senza porte nè finestre che purtroppo incidono con le loro decisioni, per creare più confusione, problemi e sgomento.