Il patrono torna nel suo tempio. La "macchina" di San Cataldo si illumina in largo Plebiscito @Michele Piccione
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Il patrono torna nel suo tempio. La "macchina" di San Cataldo si illumina in largo Plebiscito @CoratoLive.it
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Le luci della "macchina" di San Cataldo hanno rischiarato largo Plebiscito nonostante il vile gesto perpetrato da ignoti poco prima dell'accensione. In tanti sono passati nel primo dei tre giorni di festa dedicati a San Cataldo. La statua in legno è stata trasportata e posizionata ieri mattina nel suo alloggiamento dove rimarrà per tre giorni, sorvegliata dai vigilantes. Presente anche il sindaco Corrado De Benedittis e don Peppino Lobascio.
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La "macchina" di San Cataldo è tornata in largo Plebiscito nel 2019 dopo quindici anni. Quest'anno, per la prima volta da almeno vent'anni, la statua del Santo Patrono sosterà nel tempio per tutti e tre i giorni e non sarà esposta, come avveniva fino all'anno scorso, all'interno del chiostro del Comune.
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Se prima la "macchina" era allestita su uno dei lati dell'attuale piazza Simon Bolivar, a fianco del campanile di San Giuseppe, dopo fu spostata nell'attuale posizione, in largo Plebiscito. Una lunga storia, quella del maestoso apparato di luminarie che affonda le radici nell'ottocento, come racconta il professor Pasquale Tandoi nel suo "Corato, dalle società segrete all'unità d'Italia" e all'interno dell'articolo presente nell'ultimo numero de Lo Stradone assieme ad una splendida foto d'epoca dell'archivio di Rino Scarnera.
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Era il 1868 e "quell'anno fu firmato un contratto con un tal Grieco Scipione di Canneto, apparatore, che prometteva un parato lussuoso e architettura napoletana". Il contratto prevedeva la costruzione di una "macchina per San Cataldo, alta novanta palmi (23 metri circa ndr) e larga sessantacinque (17 metri circa ndr), "guarnita" con venti piramidi alte diciotto palmi (4 metri circa ndr)". Altra epoca ma la tradizione è rimasta intatta.
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Bellissime luminarie.