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Goletta Verde: in Puglia ​33 depuratori presentano criticità​. C’è anche Corato

La Redazione
L'impianto di depurazione di Corato
Hanno presentato​ una non conformità alla direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane. L'impianto di Corato è stato interessato da lavori che hanno reso plausibile un decremento dell'efficienza depurativa
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Sono 185 gli impianti di depurazione in esercizio a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 181 gestiti da Acquedotto Pugliese e 4 direttamente dai Comuni (Biccari, Lesina Marina, Sannicandro Garganico-Torre Mileto e Volturara Appula). Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2020 (2.222 controlli, su 176 impianti di depurazione a servizio degli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 abitanti equivalenti), emerge che sono 33 i depuratori che nel corso dello scorso anno, hanno presentato una non conformità alla direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi: 3 sono stati interessati da lavori in corso che hanno reso plausibile un decremento dell’efficienza depurativa (Bari Ovest, Corato e Monte Sant’Angelo B); su 9 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento da avviare tra il 2020 ed il 2023 (Bari Est, Cagnano Varano, Collepasso, Gioia del Colle, Monte Sant’Angelo A, Orsara di Puglia, San Severo, Serracapriola e Volturino); su 2 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento post 2023 (Roseto Valfortore e San Marco la Catola); su uno è prevista la dismissione (Manduria Vecchio); per i restanti 18 si procederà al miglioramento della gestione con interventi di manutenzione straordinaria (Altamura, Apricena, Bisceglie, Bitonto, Candela, Carapelle, Carpino, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio dei Sauri, Cerignola, Gravina in Puglia, Lesina, Lucera A, Molfetta, Ordona, Ruvo di Puglia, Sannicandro Garganico e San Paolo di Civitate).

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Invece dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione n. 2059/2014 ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), a seguito di verifiche, la Commissione Europea ha confermato la non conformità per 14 agglomerati, oggetto della Causa C668/2019 per un totale di 1.257.260 abitanti equivalenti interessati. Le motivazioni sono ascrivibili al sottodimensionamento, all’inadeguatezza per vetustà delle opere ovvero alla presenza di superamenti dei limiti allo scarico. Nei primi due casi (sottodimensionamento e/o vetustà) sono in corso interventi strutturali di adeguamento/potenziamento che consentiranno di conseguire la conformità alla direttiva 91/271/CEE secondo la seguente scansione temporale: Bari e Corato nel 2021, San Ferdinando di Puglia nel 2022, Carlantino, Castrignano del Capo, Montemesola e San Severo nel 2023, Volturino e Ascoli Satriano nel 2024, Bovino nel 2026 (1.073.002 AE totali interessati).

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I dati sono stati diffusi nei giorni scorsi durante l'incontro di Goletta Verde 2021, cui sono intervenuti Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia; Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente; Cristiana Biondo, portavoce di Goletta Verde; Raffaele Piemontese, assessore al bilancio, infrastrutture, risorse idriche e tutela delle acque; Vincenzo Campanaro, direttore scientifico Arpa Puglia; Vito Colucci, direttore generale Autorità Idrica Pugliese; CP Alessandro Ducci, capitano di vascello, direttore marittima di Bari e Marco Paolilli, responsabile Conou, Coordinamento Area Centro Sud.

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«Anche la Puglia fa parte delle regioni che hanno causato le procedure di infrazione all’Italia da parte dell’Unione Europea – ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – due delle quali si sono trasformate in multe che stiamo già pagando e che ammontano a 60 milioni di euro all’anno: una cifra che si potrebbe utilizzare molto più utilmente aprendo cantieri e creando nuovi posti di lavoro per il ciclo integrato delle acque. Il corretto trattamento dei reflui fognari è un passaggio fondamentale per assicurare la salute dei cittadini e la protezione dell’ambiente e per non danneggiare l’economia turistica, in Puglia come nel resto del Paese. È arrivato il momento di sanare, una volta per tutte, questa ferita sanguinante sulle coste del nostro Paese, utilizzando anche le risorse economiche previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza».

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Il riutilizzo in agricoltura. Negli ultimi anni la Regione Puglia ha messo in campo numerose iniziative finalizzate a incentivare il riuso delle acque reflue in agricoltura, finanziando 12 interventi con le risorse del POR Puglia 2014 – 2020 az. 6.4.3 (comuni di Carovigno, San Pancrazio Salentino, Acquaviva delle Fonti, Cassano delle Murge, Fasano, Sammichele di Bari, Gioia del Colle, Barletta, Castellaneta, Castellana Grotte, Santa Cesarea Terme, Tricase, Castro, Castrignano del Capo e Trani) e 19 interventi con le risorse FSC 2014 – 2020 (comuni di Pulsano, Faggiano, Conversano, Corato, Tricase, Zapponeta, Corsano, Ugento, San Donaci, Gravina in Puglia, Martina Franca, Molfetta, Ruvo e Terlizzi, Palagiano, Massafra, Sternatia e Zollino, Manfredonia, Margherita di Savoia e Taurisano). Nel 2020 però sono solo quattro gli impianti di affinamento che hanno conferito acqua per usi irrigui in agricoltura Ostuni, Gallipoli e Corsano , a cui si aggiunge l’impianto di Fasano che non è gestito da Acquedotto Pugliese.

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Nel consiglio comunale del 30 luglio scorso è stato approvato all'unanimità il punto relativo al progetto definitivo (che prevede una variante urbanistica) proprio per il riutilizzo ai fini irrigui delle acque reflue affinate licenziate dal depuratore a servizio dell'abitato di Corato.

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giovedì 12 Agosto 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 4:40)

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Luigi
Luigi
2 anni fa

IL PROBLEMA DEL DEPURATORE DI CORATO È UN FATTO CRONICO DO ALMENO 20 ANNI. E NESSUNA AMMINISTRAZIONE È STATA CAPACE DI “AFFRONTARE” E “RISOLVERE” IL PROBLEMA.

Mario
Mario
2 anni fa

Speriamo che questa Amministrazione faccia qualcosa…

LM
LM
2 anni fa

Che novità!!!

Franco
Franco
2 anni fa

Un fatto gravissimo che ci costa 60 milioni l'anno di infrazione Ué e intanto l'Acquedotto Pugliese spende e spande per altri lavori di dubbia utilità. E ritarda inspiegabilmente nell'utilizzo delle acque reflue in agricoltura. Le operazioni del Presidente Di Cagno Abbrescia non possono essere solo di immagine.

Pier Luigi
Pier Luigi
2 anni fa

Gli “esperti” che hanno affossato Corato in vent'anni di amministrazione hanno giá diramato il loro comunicato di sdegno?

Franco
Franco
2 anni fa

Ma perché secondo voi il responsabile ultimo non è l'AQP?