Numerose famiglie pugliesi favorevoli alla didattica a distanza in questo contesto pandemico ha deciso di sostenere l’ordinanza sulla scuola del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che, in deroga alle disposizioni nazionali, lascia alle famiglie la facoltà di scelta fra didattica a distanza e lezioni in presenza. Contro l’ordinanza di Emiliano è stato, infatti, presentato, nei giorni scorsi, un ricorso al Tar Puglia, sezione di Bari, dalle associazioni "La Scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia" e Autism Friendly, e altri, fra genitori, insegnanti, assistiti dagli avvocati Luisa Carpentieri, Luca Monticchio, Dario Belluccio e Giovanna Calia. Quest’ultimi sono contrari alla Dad in quanto sostengono che «legittimi l’abbandono scolastico».
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Attualmente, hanno scelto di continuare con le lezioni in dad in Puglia oltre il 90% degli studenti delle scuole superiori. L’udienza al Tar di Bari è fissata per il 19 maggio e nel frattempo i genitori favorevoli a questa modalità di insegnamento virtuale si sono organizzati rivolgendosi all’avvocato amministrativista barese Pierluigi Balducci. Era stato lo stesso presidente Emiliano a dare la notizia del ricorso in un post su un gruppo Facebook dei genitori pro dad e a chiederne il sostegno.
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A costituirsi a favore dell’ordinanza e a nome degli associati, i rappresentanti di due comitati, entrambi su base regionale, ma anche poco più di una ventina di genitori in modo individuale. «Gli interessati sono circa 5mila – annuncia l’avvocato Balducci – che chiedono al Tar, nella fase cautelare, di respingere la richiesta di sospensiva dell’ordinanza avanzata dai ricorrenti. Abbiamo evidenziato – chiarisce Balducci – profili di inammissibilità del ricorso che, fondamentalmente, è un manifesto politico-ideologico, ma davanti ai giudici non si va a fare chiacchiere»
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Balducci ha voluto precisare che «contrariamente alle situazioni precedenti, in cui c’erano delle disposizioni regionali più restrittive, qui siamo in presenza di un provvedimento che lascia l’assoluta libertà di scelta alle famiglie, non si può pretendere di dettare le scelte altrui ed entrare nella sfera individuale di libertà degli altri».
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sarebbe meglio pensare ad altro il 17 Maggio, piuttosto che alla scuola che ormai è finita.
Bravo Davide, che senso ha questo sperpero di denaro pubblico…tra l'altro la scelta è libera, nessuno è costretto a fare nulla che non voglia….ma in Italia si pensa sempre alle cazzate
Adesso fate ricorso a fine anno scolastico ?ma per piacere