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​Xylella, la parola d’ordine è “prevenire”: le buone prassi agronomiche per contrastare il batterio

La Redazione
Buone prassi agronomiche per contrastare la Xylella
«Ci preme sollecitare le coscienze di tutti i cittadini a rendersi parte attiva, ribadendo che tale pandemia vegetale non è una problematica da relegare ai soli agricoltori» fa sapere il comitato cittadino "no xylella"
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«Si avvicina il periodo più delicato per il contenimento dell’infezione di xylella e tutti noi, agricoltori, amministratori comunali, comuni cittadini, siamo chiamati a prendere coscienza di questo pericolo che può minare seriamente la realtà olivicola di Corato e dei Comuni limitrofi. La xylella, per nostra fortuna non ha ancora raggiunto le nostre coltivazioni, ma comunque avanza, come infatti dimostra il fatto che in pochi anni sia scesa dal brindisino alle porte di Polignano. È solo attraverso l’adozione di buone pratiche agricole che possiamo frenare l’espansione di questo batterio». 

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Il comitato cittadino "no xylella" torna a mettere in guardia il nostro territorio sulla diffusione del batterio e propone alcune buone prassi agronomiche per contrastarlo. Cosa fare, quindi? Prevenire.

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«Dobbiamo prendere coscienza che non esiste al momento cura per la xylella, per cui la prevenzione è l’unica strada percorribile. Il principale obiettivo della prevenzione è quello di contenere la presenza del vettore che diffonde la malattia, l’ormai famosa sputacchina da sempre presente nei terreni. Questo insetto inizia il suo ciclo vitale in questo periodo, con la schiusura delle uova presenti nel terreno e la comparsa dei “giovani” (neanidi), fra marzo e aprile. Nelle fasi giovanili, a differenza di quella adulta in cui arriva a volare, la sputacchina è  poco mobile, pertanto è più facilmente controllabile pur essendo ospite su un gran numero di specie erbe spontanee presenti negli incolti, bordure stradali, aiuole non curate, terreni marginali. 

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Diventa quindi fondamentale intervenire nei mesi di marzo e soprattutto aprile, per “pulire” le aree verdi, con interventi fisici (lavorazioni, trinciature, scerbature) ed anche chimici (diserbanti ove consentito), limitando di fatto le possibilità di moltiplicazione e sopravvivenza dell’insetto. Si badi bene, la presenza della sputacchina non è indice di presenza di malattia, poiché l’insetto si infetta se sono presenti piante infette. La sputacchina però va contenuta in ogni caso perché con una ridotta presenza di essa, altrettanto ridotta è la possibilità di diffusione della xylella».

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Di seguito uno schema delle operazioni colturali raccomandate.

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Marzo-aprile: controllo delle erbe infestanti con lavorazioni superficiali su tutte le superfici agricole, extragricole ed in tutti i terreni incolti con operazioni colturali di aratura, fresatura o trinciatura (quest’ultima meno efficace). Su terreni impervi e rocciosi ricorrere al diserbo con mezzi fisici (fuoco/vapore) o, in ultima alternativa, chimico.  L'intervento risulta fondamentale ed il più efficace possibile nel periodo compreso tra l'1 ed il 30 aprile, al fine di colpire l’intera popolazione giovanile.  È importante, inoltre, aver cura delle pertinenze dei terreni che quindi vanno puliti dalle erbe infestanti. 

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Nel mese di maggio periodo in cui le ninfe si trasformano in adulti, in concomitanza con il 1° trattamento insetticida su olivo, e successivamente nel mese di giugno, al fine di ridurre il più possibile la popolazione sopravvissuta di sputacchina, è necessario intervenire con fitofarmaci autorizzati a base di Acetamiprid, Deltametrina, Fosmet e Spinetoram. 

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«Ci preme sollecitare le coscienze di tutti i cittadini a rendersi parte attiva – conclude il comitato – ribadendo che tale pandemia vegetale non è una problematica da relegare ai soli agricoltori».

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giovedì 25 Marzo 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 10:17)

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3 anni fa

Gli agricoltori non si sentono colpevoli di aver negato l'esistenza del xylella? Non si vergognano di aver manifestato? Non si vergognano di aver ritardato le misure per eradicare la contagione? Credo che regna l'alzeimer