Nel riassunto delle puntate precedenti troviamo due interventi di Gaetano Bucci pubblicatia Giugno e Luglio scorso che ha aperto la strada alle più disparate riflessioni sullo stato di salute della politica di casa nostra.
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rnA quell’intervento rispose, in duplice battuta (1 – 2), l’ex consigliere comunale socialista Giacomo De Lillo. Oggi torna sul tema il prof. Bucci, «scritto per ravvivare il dibattito politico nella nostra città».
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rn«E’ strana e allo stesso tempo strabiliante – scrive Gaetano Bucci – la capacità dell’uomo di vestire con abiti nuovi gli antichi vizi. Platone nella “Repubblica” e, meglio, Aristotele nella “Politica” hanno molti secoli fa scritto che le forme di governo non sono di per sé buone o cattive. Sta agli uomini con le loro virtù mettere in campo forme di governo buone, ovvero finalizzate al bene della polis, oppure lasciarle degenerare nel loro contrario.
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rnE’ per questo che la democrazia, di cui oggi riconosciamo la superiorità tra le varie forme di governo, può essere orientata al bene comune, oppure essere solo “demagogia”, ovvero copertura per altro. Il rischio è che “strumenti elettivi e partecipativi democratici” generino governi “monocratici”, andando anche oltre, questa volta in senso peggiorativo, le teorie delle “élites al potere” formalizzate dal sociologo positivista Vilfredo Pareto.
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rnIn tal senso va letto questo pezzo dal titolo un po’ ridondante e provocatorio, scritto per ravvivare il dibattito politico nella nostra città, arricchitosi di recente di un ulteriore pregevole intervento del dott. Giacomo De Lillo. A sua firma il 19 agosto 2009 è, infatti, uscita su CoratoLive.it la seconda parte di una lunga riflessione sul tema “Rappresentanza politica e progresso di Corato” proposto in luglio dal sottoscritto.
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rnCorato, il dibattito politico e i target mobili dei commenti.
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rnNel suo secondo intervento, secondo l’intenzione originaria, il dott. De Lillo avrebbe dovuto spingersi oltre il “fenomeno Perrone” e focalizzare il tema della “morte dei vecchi partiti e le nuove forme di rappresentanza politica”. E’ invece accaduto che, soprattutto sulla base di diversi commenti, imprevisti e corrosivi, sul suo primo intervento, egli abbia “fatto girare” questo suo nuovo scritto intorno alle osservazioni epigrammatiche degli anonimi “Ducavalentino”, “nonsolonero”, “cuchu” e “Attila2”.
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rnQuesta volta il buon De Lillo svolge la sua analisi in modo “rapsodico”, assumendo come filo conduttore i vari quesiti, posti anche indirettamente, da questi anonimi internauti. Il suo nuovo intervento oscilla, quindi, tra la sua vecchia esperienza politica – ricca ed anche “discussa”, come dimostrano gli ulteriori commenti al suo secondo pezzo – e quanto egli abbia in lunghi anni potuto sperimentare del “personaggio” Gino Perrone, un personaggio sui generis che il senso comune colloca, secondo le preferenze e le convenienze, tra la categoria dei santi o quella dei diavoli, e che invece andrebbe considerato come “frutto del luogo e del tempo”, come “personaggio di sintesi della microstoria di Corato”.
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rnFaccio prima di tutto notare che la generosa e aperta magnanimità dialettica del dott. De Lillo contrasta con la logica dei “commenti anonimi”, i quali il più delle volte sostengono ed esaltano, oppure condannano e denigrano, in modo apodittico questa o quella tesi, questo o quel personaggio, partendo magari da un termine o frase decontestualizzata, e fissando successivamente una sorta di catena verbale autorefererenziale e deresponsabilizzata. Un vero problema della comunicazione mediatica, una trappola ed anche uno strumento abilmente gestito, specie quando sotto diversissimi nick-names si nasconde sempre la stessa persona.
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rnFatte salve le proprie scelte dialettiche ed argomentative, vorrei ancora far notare al dott. De Lillo che “portare la discussione nella direzione in cui il mezzo stesso la orienta è un errore” in quanto si finisce col sostituire la sostanza alla forma, l’essenziale con l’accidentale, il fine con il mezzo. Significa piegarsi all’assioma della comunicazione di Mac Luhan per cui “il mezzo diventa il messaggio”, con il corollario che i “padroni del mezzo” in maniera sotterranea orientano sia il dibattito che gli esiti dello stesso.
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rnE, a tal proposito, non ho alcuna remora a dire che oggi, dico oggi, il potere politico di Corato, in modo diretto o indiretto, agisce sul sistema della comunicazione locale condizionandolo fortemente. Credo anzi che si sia ormai giunti al punto che certi politici si servano “organicamente” dei “media” locali e lo facciano allo stesso modo in cui Enrico Mattei diceva di servirsi dei partiti, ovvero alla stregua del taxi, per il quale “pagano la corsa e scendono”.
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rnOra, non vorrei entrare nei dettagli, però bisogna stare attenti a far sì che nella discussione non entrino, com’è in parte pur giusto, solo i “commenti” (specie se anonimi). Nella discussione è augurabile che entrino “i fatti veri” e, ovviamente, i soggetti e gli attori direttamente chiamati in causa.
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rnI politici tacciono, il barocco stanca… e il rococò diventa ridicolo.
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rnPurtroppo, però, fino a questo punto, salvo che in interviste concordate e controllate, la voce dei “protagonisti politici” di volta in volta chiamati in causa e l’analisi argomentata dei “fatti concreti” della politica di Corato degli ultimi lustri manca. E manca, soprattutto, la voce del primo cittadino, il quale, paradossalmente, si esalta nell’essere sempre tirato in causa da estranei e avversari, mentre fa dell’assenza dialettica e dei suoi stretti sostenitori ed alleati uno strumento per controllare e verificare il loro livello di fedeltà e “sotto-missione”.
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rnAlla città non possono certo bastare la “vetrina del Bollettino di Informazione Comunale”, le interviste “concordate e controllate fin nelle virgole”, le foto in “bella posa” davanti al Municipio e alla bandiera italiana, le infinite e sempre uguali “panoramiche e didascalie” su inaugurazioni, feste, cerimonie e processioni a cui hanno legato il giudizio di sé i politici locali, e soprattutto il primo cittadino. Però, se il barocco della comunicazione politica “appiccica e stanca”… il rococò diventa “buffo e ridicolo”!
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rnMi scusi la lunga digressione il dott. De Lillo, ma insisto su questo punto perché la “morte dei vecchi partiti” non sarebbe stata di per sé un male se fosse stata accompagnata da una “nuova coscienza della rappresentanza politica”, la quale passa anche attraverso una comunicazione coraggiosa, libera, obiettiva e critica. Cosa che, evidentemente, non è stata, come dimostrano non solo il consenso elettorale plebiscitario del sindaco Perrone, ma soprattutto il fatto della totale assenza di elaborazione politica della coalizione di governo e di molti soggetti della stessa che, però, sicuramente hanno le capacità intellettuali e gli strumenti politici per arricchire e valorizzare strategicamente le grandi decisioni e la direzione da dare al progresso di Corato.
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rnInsisto nel dire che a Corato c’è stato certo un notevole sviluppo negli ultimi lustri, ma il progresso in termini di crescita complessiva su “beni materiali e, soprattutto, immateriali” della comunità non è ancora arrivato.
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rnInsisto nel dire che la stessa “crescita economica complessiva” non è affatto opera esclusiva della politica, né tantomeno di suoi singoli personaggi, quanto di un diffuso ceto imprenditoriale che ha lavorato sodo, di singoli liberi professionisti e di una “classe lavoratrice”, mi si consenta ancora questo arcaismo ma non trovo di meglio, che hanno “smazzato” ancora più duramente.
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rnPer questi motivi ritengo che sia doveroso, oltre che giusto, che i politici si confrontino con la città e con la gente che ha voglia di discutere e partecipare delle scelte collettive. Scelte collettive che non possono essere lasciate in mano a pochi o, addirittura, ad uno solo, anche se questi – posto che sia augurabile – “ha la santa vocazione a fare e la diabolica tendenza a strafare”.
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Un ultimo esempio lampante di decisione solitaria e monocratica presa dal nostro sindaco è quella, “gravissima”, di trasformare in parcheggio sotterraneo Piazza Vittorio Emanuele II, la più bella e cara piazza di Corato. Un fatto, questo, su cui sono intervenuto separatamente, e che immediatamente ha indotto qualcuno a mobilitarsi e molti a riflettere.
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rnEcco che ancora ritorna la stessa domanda, che, detta fuor dai denti e fuor di metafora, è: “Che cosa pensano nella maggioranza di Luigi Perrone che, oltre al decisivo ruolo di Sindaco, esercita l’ulteriore “doppio ruolo” di Assessore alla Cultura e Assessore all’Urbanistica?”
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rnSu questo punto De Lillo ha, se ce ne fosse ancora bisogno, riaffermato con tutta ragione che a Corato c’è «un quadro dominato da una figura che sovrasta e copre una folla, resa indistinta, di personaggi, alcuni dei quali degni di stima e capaci di autonoma elaborazione politico-programmatica, ma soffocati dalla incontenibile arroganza del sedicente, esclusivo depositario del suffragio elettorale». Non lo dico io, lo dice Giacomo De Lillo, uno che Perrone lo conosce da quando era “perastro”. Il che a Corato significa “da una vita”. Egli conosce più del sottoscritto le capacità di Gino Perrone di “intrigare nel potere e con la politica”, come del resto ha, con lucida e incontestata analisi, scritto nel mio volume “Clientes”.
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rnEcco, questo mi sembra un punto degno di approfondimento e di ampia discussione. Se ciò si facesse verrebbero fuori le dinamiche personali di certe scelte strategiche della politica cittadina, oppure verrebbero fuori le contraddizioni di un sistema della politica locale in cui, non diversamente da quella nazionale, il potere esecutivo negli ultimi lustri s’è letteralmente “mangiato” quello legislativo.
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Verrebbero fuori le distorsioni di una città amministrata senza un vero “sistema consiliare”, ma solo sulla base delle “decisioni sindacali”. Per questo ho azzardato l’ipotesi che a Corato vige un sistema formalmente democratico, ma sostanzialmente “monocratico”, se non da “moderno principato”. In sostanza, una forma di governo, come l’avrebbero detta gli antichi filosofi, “degenerata e corrotta”.
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rnDe Lillo, pertanto ha ben ragione nel dire, riferendosi anche al sindaco di Corato, che se non riusciamo a spezzare la catena dei rapporti clientelari e populistici “rischiamo di vedere degenerare in autoritarismo il personalismo e l’esaltazione dell’uomo solo al comando delle istituzioni: da Berlusconi in giù”, dove quell’ “in giù” significa fino a Gino Perrone.
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rnLa continuità al potere di Gino Perrone: da “ghost-leader” a “principe monocratico”.
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rnOra non vorrei dilungarmi in un’analisi che rinvio ad altro momento, ma ritengo di grande rilievo focalizzare l’attenzione sulla “continuità al potere” di Gino Perrone. Una continuità che lo ha visto, dopo i lunghi anni di “manovratore al buio” e di “ghost-leader” della Democrazia Cristiana locale, passare indenne nella politica della seconda repubblica e appropriarsi machiavellicamente del partito di Forza Italia, dopo che lo stesso era già stato fondato da altri, ed era già ben operante a Corato. Sulla base di quella “originaria usurpazione”, a Perrone è stato molto più agevole diventare, questa volta da sindaco, il “padrone indiscusso” del partito del Popolo della Libertà, il nuovo partito che in sol boccone s’è mangiata tutta la destra coratina, il cui peso politico non era affatto da buttar via.
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rnAvete capito? Da essere un outsider Perrone in pochi anni è diventato “insider”, e come tale ha fatto anche, senza trovare la minima opposizione, “insider trading politico”. La sua capacità di gestire anche verso l’alto, in modo “esclusivo”, il proprio potere l’ha addirittura portato ad essere, al posto della città e degli elettori, l’unico riferimento dell’on.le Gabriella Carlucci. Di più e meglio di come per anni egli aveva fatto nel monetizzare politicamente il suo rapporto di “grande elettore” dell’on.le Vito Lattanzio. Unica differenza per noi coratini è che la Carlucci, la nostra “rappresentante” al Parlamento nazionale, conosce tanto bene Corato… da non sapere se “lo Stradone” sia rettilineo o circolare, nonostante abbia già incassato qualche centinaia di migliaia di euro per “indennità di collegio elettorale”.
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rnE’ così, grazie a questi “stratagemmi e alchimie politiche” alla Perrone, che nella Padania, da Bossi a Borghezio, da Maroni a Zaia, ridono di noi e se ne fregano del sud! E’ così che per un piatto di lenticchie al sud e a Corato ci vendiamo e passiamo sopra con indifferenza alle scandalose proposte di legge della Lega su gabbie salariali e investimenti, federalismo fiscale e dialetti nelle scuole, inno nazionale e tricolore, etc. etc.
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rnQuello che è curioso, e certamente significativo, nel modo di raccogliere il consenso e nel gestire il potere a Corato, è il fatto che Gino Perrone, abbia nel tempo rinnovato le tattiche e ammodernato gli strumenti, ma non le strategie e, men che meno, le finalità di una sistema politico locale rimasto “sostanzialmente clientelare”.
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Un sistema di clientele che egli, vinte le resistenze interne al partito, anche per la sciagurata, e sottolineo sciagurata, scomparsa della destra cittadina, gli permette “democraticamente” di avere in pugno la città di Corato, sia attraverso il mondo associazionistico, sia attraverso le simpatie di quei cinque o sei “grandi elettori”.
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rnDetto questo, escludo come fa l’anonimo “Ducavalentino” e molti altri come lui, che sia legittimo oltre che desiderabile, anche per il “sindaco più virtuoso d’Italia”, reggere in maniera monocratica e autoreferenziale le sorti di una comunità di cinquantamila cittadini.
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rnA corato non servono né Santi, né Mosè, ma “cittadini liberi e intelligenti”.
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rnA Corato democratica non servono i “miracoli dei santi”, non serve un “Mosè che la guidi alla salvezza attraversando il deserto”. Corato non è, per fortuna, un “deserto”. Anzi, ci sono risorse materiali e umane ben all’altezza del nostro tempo. Basterebbe permettere loro di venire fuori.
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rnI coratini hanno bisogno di persone che siano capaci, con saggezza e competenza, di sintetizzare e portare a realizzazione un progetto di città moderno e avanzato, e allo stesso tempo fedele alla sua radice culturale e storica.
rnCorato ha bisogno di pensare in modo autonomo il proprio futuro, non in modo “eteronomo”, ovvero secondo il desiderio o il capriccio di quel “genio del potere”, più che della politica, che è Gino Perrone.
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rnSu questa base, ancora una volta, sarebbe opportuna un’approfondita riflessione da parte di molti, ma, soprattutto, da parte degli uomini di punta della maggioranza. E’, ormai, solo il loro “si” o “no” a determinare la direzione futura della città di Corato.
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rnA questo punto, sono i rappresentanti di maggioranza, che dall’interno sono consapevoli più di tutti delle falsificazioni, esagerazioni e strumentalizzazioni mediatiche e non, che devono, per il bene della città, mettere “apertamente e pubblicamente” un freno all’incontenibile vocazione al fare del loro “geniale padrone assoluto”.
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rnSono loro che in primis, limitando il potere del “boss”, non devono farsi plagiare nelle loro legittime pregogative di partecipazione attiva all’elaborazione del progetto politico, al controllo del sistema e alla verifica dei risultati.
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rnSono loro che non devono permettere tutta la demagogia di un primo cittadino che, come una “piovra insaziabile”, ormai stende i propri tentacoli nel controllo anche di centri nevralgici della società civile, dell’associazionismo e, addirittura, presso alcune istituzioni religiose locali.
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rnSono loro, i rappresentanti di maggioranza, che oggi possono coraggiosamente dare un senso a Corato alla parola “democrazia”, sottrarla alla sua degenerazione in “monocrazia” e ricondurla al suo significato originario di “potere del popolo”, oppure, se preferiscono, dei “liberi cittadini”».
Grande e giusta analisi della situazione . Disgraziatamente non vedo rimedi ( abbandono…) moltissimi Coratini sono , come LEI HA SCRITTO SIG. GAETANO BUCCI, ” degli asini da macello . Corato “va al macello” ma nè piange né si lamenta. Anzi, sempre più mangia e beve, canta e balla!”Il suo giusto scritto fa rabbrividire. ‘ SIG. GAETANO BUCCI il servilismo e il clientelismo é presente dappertutto per mancanza di DIGNITA’.
emerge da questo ennesimo papiro scritto da Bucci…una sorta di invito a qualche consigliere comunale …che ha eccepito contrarietà al progetto parco vittorio emanuele, a prendere coraggio e lasciare, ma purtroppo è proprio il coraggio che manca…
La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato […] nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato.
In senso lato, dittatura ha quindi il significato di predominio assoluto e incontrastabile di chi […] è detentore di un potere imposto con la forza. In questo senso la dittatura coincide con l’autoritarismo e con il totalitarismo. (fonte: Wikipedia)
Rispecchia bene la realtà coratina.
Al Prof. Bucci una risposta che vanifica il suo appello, per ora: è in tre lapidarie parole latine:”do ut des”. Ogni uomo ha un prezzo.Certo non vale per tutti, ma..Per capire la polica bisogna leggere le pagine economiche e per capire l’economia bisogna leggere le pagine politiche. Prof. Bucci, legga le altre notizie. Cordialmente.Per quanto riguarda De Lillo forse è preso dal rimorso di quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto. Comunque:l’acqua che non ha fatto in cielo sta.Attila2.
Mi rattrista che alcuni, con la cultura esistente oggi, continuano a confondere il potere Amministrativo con addirittura la DITTATURA.
Io sono troppo giovane è non sono passato attraverso i regimi dittatoriali di uno Stato, ma posso garantire che è ben altra cosa un Governo di dittatura con l’Amministrazione DEMOCRATICA di uno Stato o di una Comunità. Non dite bestialità e siate più coerenti con chi ci Amministra. I Consigli Comunali sono aperti al pubblico, seguiteli.
pino69
speriamo che non piova mai se… ci riproponi de lillo!!
Politica vecchia tarlata… stop VOLTI GIOVANI .. AVANTIII TUTTAAA
X Casper: nel ns. caso come fai a parlare di dittatura?Se non sbaglio siamo stati noi coratini ad eleggere democraticamente il primo cittadino!!!Probabilmente non abbiamo una opposizione degna di chiamarsi tale che riesca a limitare gli eventuali “danni” della maggioranza che fa il buono e cattivo tempo.
E’ vergognoso che davanti a cotanto disprezzo per la storia cittadina, ci siano ancora degli stupidotti che credono alle favole del sindaco, che pensa di creare il parcheggio senza spostare piante e montagnola. Ma d’altra parte cosa si puo’ chiedere ad una citta’ che elegge servi sciocchi alla corte del re? Che meriti politici hanno geometricchi, infermieri e bidelli?
Forse chi tace ed acconsente sempre ha buoni motivi per farlo:ha venduto il suo silenzio a peso d’oro. Altro che dittatura: è peggio.Attila2
Nelle conclusioni di Bucci secondo mè la riflessione più triste “Sono loro, i rappresentanti di maggioranza, che oggi possono coraggiosamente dare un senso a Corato alla parola “democrazia”, sottrarla alla sua degenerazione in “monocrazia” e ricondurla al suo significato originario di “potere del popolo”, oppure, se preferiscono, dei “liberi cittadini”».
Condivido pienamente l’analisi di Bucci ed esorto i Coratini perchè “Corato ha bisogno di pensare in modo autonomo il proprio futuro, non in modo “eteronomo”, ovvero secondo il desiderio o il capriccio di quel “genio del potere”.
Sarà stato per dimostrare che il clientelismo non è morto il motivo per cui
l’autore di “Clientes”, il Prof. Gaetano Bucci, ha chiesto e ottenuto, per quello ed altri suoi libri, un congruo contributo non dall’Amministrazione Comunale ma, secondo la sua logica, dal dittatore Perrone?
Caro Prof. Bucci, ripromettendomi di rispondere compiutamente a queste Sue analisi, mi preme fare delle semplici riflessioni: mai gli eletti in C.C. della maggioranza, in special modo quelli del PDL, seguendo quali nobili criteri sono stati prima scelti e poi candidati nella lista? Perchè mai queste intelligenze della Maggioranza non vengono allo scoperto sviscerando il civico e dialettico dissenso verso l’operato del Primo Cittadino? Cosa che sanno fare bene in altre Sedi…..
Avrei gradito che Lei, Prof. Bucci, concludendo il Suo scritto, avesse indicato le intelligenze presenti tra i C.C. della Maggioranza; mi auguro vivamente di sbagliare, ma con altrettanta onestà Le dico che io non ne individuo alcuno, o meglio non vedo gente di Alto e Nobile spessore Politico. Ma ciò che è più grave, e questo non è rimarcato nella debita misura nel Suo scritto, è il fatto che i C.C. della Maggioranza sono Camaleonti e Saltimbanchi Privi di un briciolo di DIGNITA’ Politica e….
Come dice Attila2 nel Suo commento, Questa è GENTE che ha venduto il Proprio Silenzio a peso d’oro e questo è peggio della Dittatura Monocratica.
Ma spontaneo mi sorge un dubbio che si fa quesito: ma Attila2 non è un membro della Maggioranza presente in C.C.????????…………………..
Grazie Un profumo nuovo nell’aria, profumo di CULTURA, di apertura mentale, poco per smuovere il modo di essere del coratino. Non sento non vedo e parlo tanto per andare a chiedere FAVORI. il coratino si sente importante perche’ ha stretto la mano all’onnipotente. che si ricorda il nome della nonna della zia. E poi si canta si balla. Prof.Bucci non si stanchi, continui così non e’ l’unico a pensarla in questo modo, sono ottimista, il pensiero di persone come lei potrà smuovere un po di coscienze
Mi auguro che il parcheggio in piazza Vittorio Emanuele non si faccia, perche’ l’unico vero pensiero sara’ :’ l’OPPOSIZIONE, rossa o nera che sia, non esiste piu’. sara’ solo una grande immensa collusione. Sara’ uno scempio che la cittadinanza non perdonera’ a nessuno politico, pur di evitare questo ennesimo sopruso mi auguro che ci sia un po di gente disposta a mettersi davanti agli alberi e attorno alla Montagnola per impedire fisicamente che ciò accada. Io ci sarò
Concludendo la discussione …..scusate ma se tutti, maggioranza , opposizione e cittadini,si rivolgono da Gino anche per le più piccole cazzz……come si vuole ridare dignità alla nostra Città!!!!!!! Ricordate che anche il Divino Giulio conservava una memoria di …..”ricatto”
scusatemi tanto ma se unapersona alle elezione raccoglie il76% è normale che comandi lui
Flender sarà normale per te, ma la democrazia e’ un’altra cosa.
Troppe parole scrive il Sig. Bucci, sfoggiando cultura, sempre e solo per denigrare l’operato della Amministrazione o meglio l’operato dell’ex “ghost-leader” ed ora “principe monocratico”.
I cittadini di Corato sono “cittadini liberi e intelligenti”.
Corato pensa già in “modo autonomo il proprio futuro” e non in modo “eteronomo”. Il Sig. Bucci offende quei cittadini che hanno espresso DEMOCRATICAMENTE un voto a favore di quel GENIO DELLA POLITICA da Lei definito “ducetto”?