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Tra luci ed ombre è iniziata la raccolta dell’oro verde coratino

Salvatore Vernice
Una campagna che dopo la raccolta in negativo della scorsa stagione, prevede un risultato forse al di sotto delle aspettative.
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E’ iniziata da alcune settimane la stagione della raccolta delle olive a Corato, un’operazione che interessa quasi seimila aziende coratine, tra individuali e societarie.

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Una campagna che dopo la raccolta in negativo della scorsa stagione, prevede un risultato forse al di sotto delle aspettative, all’interno dei 7.800 ettari di oliveto presenti nel territorio coratino. Anche il prezzo non sembra avviarsi a delle buone quotazioni.

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«Domenica scorsadice l’imprenditore agricolo Vincenzo Mangionesi sono vendute “partite” di olive a 50 euro al quintale, mentre il giorno dopo si è scesi a 45 euro. In questa prima fase il prezzo non è alto, mentre dopo l’Immacolata ci potrebbe essere una leggera impennata delle quotazioni».

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Una raccolta che potrebbe essere intaccata dalla “mosca olearia” che in virtù dello scirocco degli ultimi giorni, può aver intaccato qualche appezzamento di terreno.

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«Le larve della mosca olearia, si sono aperte per il caldo e hanno intaccato alcune zone, non solo di Corato, facendo cadere prima del previsto le olive e rendendo meno carichi gli alberi».

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La raccolta delle olive è una di quelle attività che necessità, almeno per il momento, della presenza di uomini.

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«Il costo giornaliero di un raccoglitore si aggira sui 40 euro e, con i metodi tradizionali cioè mazza e verga, possono arrivare a raccogliere anche 3 quintali di olive pro-capite. Un dato che aumenta del doppio con l’ausilio di macchine scuotitrici».

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Nel frattempo un primo dato arriva dalla Coldiretti che, dopo un’indagine a livello nazionale, ha decretato che la Puglia sarà la prima regione italiana nella produzione di olio per l’annata 2006-2007.

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Il dato totale, lamenta però Coldiretti, è in calo per il nuovo anno del 4 per cento. A questa flessione contribuirebbe una mancanza di trasparenza, a livello europeo, perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine delle olive ed è quindi possibile vendere come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine.

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Al calo di produzione italiano farebbe da contraltare, infatti, un incremento record del 32 per cento della produzione spagnola. Per questo Coldiretti, a piazza Montecitorio, a Roma, ha avviato una raccolta di firme per l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nell’olio, un elemento che per Corato e la sua oliva famosa in tutto il mondo la "Coratina", rappresenterebbe una prima difesa verso "l’inquinamento" del miglior extravergine al mondo.

mercoledì 22 Novembre 2006

(modifica il 14 Luglio 2022, 4:20)

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